Digressione VI

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Digressione VI

La giovane senza nome e Beatrice come la sponsa de Libano

Su un altro punto di contatto fra la giovane senza nome e Beatrice.
(Riferimento: I-2.2.2, punto B1.8, commento)

Non abbiamo inserito questo punto tra gli altri nel capitolo citato perché si riferisce solo "per la metà" agli incontri già definiti in quanto da un lato si riferisce interamente all’incontro fra Adso e la ragazza e dall’altro a un secondo incontro tra Dante e Beatrice, avvenuto molto tempo dopo l’incontro visionario della Vita nuova.
   Più precisamente il nuovo punto riguarda il modo in cui le giovani, una determinata volta (prima della fine dei Sette giorni), vengono presentate ai loro rispettivi amanti. Per quanto riguarda la giovane di Adso il riferimento è all’incontro stesso, o meglio, all’inizio di tutta la scena. Infatti, nel momento in cui la giovane, avvicinataglisi e pronunciate le prime parole amorose, protende la mano sfiorandogli la gota, lui perde per l’emozione l’equilibrio mentale e tutt’a un tratto la giovane gli appare come la sponsa de Libano, la vergine nera del Cantico dei Cantici: "Di colpo la fanciulla mi apparve come la vergine nera ma bella di cui dice il Cantico. ... ’Come sei bella, mia amata, come sei bella,’ mi venne da mormorare, ’la tua chioma è come un gregge di capre che scende dalle montagne di Galaad ecc.’" (Nome, p. 248). Cfr. questi versi del Cantico: "Quam pulchra es, amica mea! Quam pulchra es!" (Cant., 4:1) e "Capilli tui sicut grex caprarum / Quae apparuerunt de Galaad" (ibid., 6:4).
   Anche Beatrice viene una volta presentata alla sua "controparte" come la sposa del Cantico dei Cantici, ma non nell’incontro definito in I-2.2.2, punto B1, bensì nel Paradiso Terrestre (il Settimo giorno), dove incontra il viator Dante che la seguirà fino al Paradiso Celeste. Prima della sua entrata in scena viene introdotta fra l’altro con parole tratte appunto dal Cantico: "la gente verace [i 24 vegliardi rappresentanti i libri del Vecchio Testamento] ... al carro [dove era Beatrice] volse sé come a sua pace; / e un di loro, quasi da ciel messo, / ’Veni, sponsa, de Libano’ cantando / gridò tre volte, e tutti gli altri appresso" (Purg., XXX, 7-12). Cfr. Canticum, 4:8: "Veni de Libano, sponsa mea, / veni de Libano, veni, coronaberis."
   Quindi, si definisce qui un nuovo punto di contatto, il quale si verifica però solo sostituendo l’incontro NR fra Dante e Beatrice nella Vita nuova con il loro incontro nel Paradiso Terrestre.

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