Digressione V

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Digressione V

Simbolismo particolare nell’unione fra Adso e la ragazza

Sul carico simbolico dell’unione fra Adso e la ragazza senza nome.
(Riferimento: I-2.2.2, punto B1.5)

Come abbiamo accennato prima (I-1.2, sez. 1) fra gli altri Theresa Coletti vede la ragazza come una metafora della divinità. Aderiamo a tale concezione suggerendo nello stesso tempo un’interpretazione simbolica in chiave tomistica di tutto l’atto amoroso. Il congiungimento fra i due può infatti essere preso come il compimento di un atto simbolico dell’unione con Dio secondo Tommaso d’Aquino, doctor Angelicus: un’unio carnalis con l’amata per l’unio spiritualis con Dio. Il simbolismo è semplice nonostante che riguardi cose quanto mai centrali per l’anima di Adso. Eccolo:
   I componenti fondamentali dell’unione spirituale con Dio sono: l’anima vuole congiungersi con Dio, l’oggetto del suo desiderio di amore celeste; nell’atto stesso di congiungimento l’anima viene illuminata dal fulgore di Dio, ciò che conduce ad una comprensione di Dio, la visio divinae essentiae. Per il fulgore illuminatore di questo tipo d’unione, ricordiamo le seguenti parole della Summa Theologiae: "quidam, ponentes divinam essentiam per hunc modum [immediate] videri, dixerunt quod ipsa essentia non videbitur, sed quidam fulgor, quasi radius ipsius" (Summa Suppl., q. 92, a. 1, resp.). (Cfr. anche la luce illuminatrice del contatto di Dante con Dio negli ultimi versi del Paradiso, contatto che viene trattato in I-2.2.6, sez. A.)
   I componenti corrispondenti dell’unione fra Adso e la ragazza sono questi: Adso vuole congiungersi con la ragazza, l’oggetto del suo desiderio (di concupiscenza); nel culmine vede quella luce intensa: "e subito vidi una fulgidissima luce"; poi la sua mente illuminata capisce le "ultime cose" (Dio): "Poi capii l’abisso, e gli abissi ulteriori che esso invocava" (Nome, p. 250). Per l’abisso ricordiamo che esso è fra l’altro un vecchissimo simbolo dello stadio primigenio della creazione, il "tehom" ebraico (e breve e o lunga) (vedi per es. Svenskt bibliskt uppslagsverk, voce "Skapelse").
   Si noti pure che questo "ritmo" (congiungimento estatico con l’oggetto amato in un ambiente di luce) è reperibile in due altre manifestazioni di estasi riferite nel romanzo: Sant’Ildegarda di Bingen che si annulla rapita nelle fiamme della Divinità (p. 242) e frate Michele che muore estasiato annullandosi nelle fiamme del rogo a Firenze (pp. 240-242). Anche Adso vede intuitivamente una rassomiglianza tra la propria unione con la ragazza, l’esperienza mistica della santa e la morte bramata di fra Michele. Egli scrive:

Perché io fanciullo nominavo l’estasi di morte che mi aveva colpito nel martire Michele con le parole con cui la santa [Ildegarda] aveva nominato l’estasi di vita (divina), ma con le stesse parole non potevo non nominare l’estasi (colpevole e passeggera) di godimento terreno, che dal canto proprio subito dopo mi era apparsa sensazione di morte e annullamento? (ibid., p. 251)
E continua pure sulla stessa linea: "Cosa vi era di simile nel desiderio di morte di Michele ... nel desiderio di congiunzione carnale che provai con la fanciulla ... e nello stesso desiderio di annullamento gaudioso [l’unione con Dio] che muoveva la santa a morire del proprio amore per vivere più a lungo ed eternamente?" (ibid.). (Quanto al "simile" diremmo che potrebbe essere uno stampo dell’idea dell’amore preso in senso generale, cioè un desiderio forte indirizzato verso un oggetto di qualsiasi tipo (donna amata, Dio, la morte, il mondo, ecc.).)
   Aggiungiamo che in questi tre casi di congiungimento c’è anche un altro ingrediente, che però manca nella visio divinae essentiae di San Tommaso: è l’annullamento. Adso si annulla (la sensazione "di morte e annullamento"), Michele si annulla quando muore e Ildegarda si annulla gaudiosa nell’unione di Dio. Tale annullamento si associa tuttavia bene ai concetti del Nulla e del vuoto, sinonimi di quella divinità a cui Adso si prepara ad andare incontro stendendo l’ultimo foglio del suo manoscritto (III-1, sez. 3).
   L’annullamento dell’anima è anche qualcosa che appartiene a un aspetto neoplatonico dell’unione (che però lasciamo da parte in questa sede).

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