II-2.2.1.5

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II-2.2.1.5.  ELEMENTO OMOLOGO NR-bis/TR 6

Il ricordo della persona amata

A.  OGGETTO DELL’ANALISI
Quarto giorno (Quarta unità di tempo). Passeggiando solo sul pianoro dell’abbazia Adso si sente invaso dall’amore attraverso le cose che lo circondano, e la sua mente è occupata dal ricordo della ragazza che aveva incontrato la notte precedente nella cucina dell’Edificio.
   Dopo un lungo dialogo del terzo "atto" (Quarta unità di tempo) tra Andromaca ed Ecuba sulla loro terribile sorte (con un breve intervento del coro), la moglie di Ettore comincia il suo grande discorso in memoria di suo marito morto.

B.  ANALISI COMPARATIVA
L’immagine della persona amata (B1) – La persona amata come rappresentante del Buono (B2) – La similitudine dell’animale da tiro (B3) – I due lati opposti dell’unione con la persona amata (B4) – Lo stato vergine (B5) – Definizione dell’elemento omologo NR-bis/TR 6 (C).

B1.  L’IMMAGINE DELLA PERSONA AMATA
Cercando di fugare il ricordo della brutta vista del corpo annegato di Berengario Adso comincia a pensare intensamente alla ragazza raffigurandosi nella mente la sua immagine.

Mi balzava alla mente sovreccitata il fantasma di Berengario gonfio di acqua, e rabbrividivo di ribrezzo e pietà. Poi, come per fugare quel lemure, la mia mente si rivolgeva ad altre immagini di cui la memoria fosse fresco ricettacolo, e non potevo evitare di vedere, evidentemente ai miei occhi (agli occhi dell’anima, ma quasi come se apparisse innanzi agli occhi carnali), l’immagine della fanciulla, bella e terribile come esercito schierato in battaglia. (Nome, p. 280)

Io pensavo alla fanciulla. La mia carne aveva dimenticato il piacere, intenso, peccaminoso e passeggero (cosa vile) che mi aveva dato il congiungermi con lei; ma la mia anima non aveva dimenticato il suo volto (p. 281)

Adso non solo pensa intensamente a lei ma afferma pure di "averla sempre vicina", cioè di non poterla mai dimenticare:
Era come se tutto il creato mi parlasse di lei, e desideravo, sì, di rivederla, ma ero pur pronto ad accettare l’idea di non rivederla mai più, e di non congiungermi mai più con lei, purché potessi godere del gaudio che mi pervadeva quel mattino, e averla sempre vicina anche se fosse stata, e per l’eternità, lontana. (ibid.)
Nel suo discorso in memoria di Ettore, Andromaca afferma che sarebbe un tradimento se dimenticasse la sua persona e cominciasse ad amare un altro uomo, ossia colui con cui deve sposarsi (il greco Neottolemo (o Pirro), figlio di Achille):
Se metterò da parte il ricordo del mio caro Ettore e aprirò il cuore al mio nuovo sposo, sarò una puttana agli occhi del morto. (Troiane, p. 99)

Si je regette de ma pensée le visage aimé d’Hector pour ouvrir mon cœur à l’époux d’aujourd’hui, je paraîtrai lâche au disparu (Les Troyennes-Parmentier, pp. 55-56)

And if I set aside my love for Hector, and open my heart to this new lord, I shall appear a traitress to the dead (The Trojan Women-Coleridge)

Tra queste traduzioni ci pare che Parmentier sia più esplicito almeno per quanto riguarda l’espressione usata ("le visage aimé d’Hector") per rendere "Héctoros phílon cára" del testo greco.(1)
   Da queste poche righe si può comunque concludere che Andromaca si ricorda bene della cara immagine di suo marito e che non lo dimenticherà mai, perché sarebbe un tradimento amare un altro.
   Si aggiunge che se non potrà mai amare un altro, ciò significa che non potrà dimenticare il suo primo amato. Si legga in proposito la sua convinzione sulla fedeltà verso un coniuge amato: "Dimenticare il proprio marito per infilarsi in un nuovo letto, amare un altro? Che orrore!" (Troiane, p. 99)

·  Sia Adso che Andromaca hanno un buon ricordo dell’immagine della persona amata e affermano di non doverla mai dimenticare.

B2.  LA PERSONA AMATA COME RAPPRESENTANTE DEL BUONO
Paragonando la ragazza con tutte le bontà della creatura di Dio, Adso la vede come un rappresentante del Buono; ascoltiamo queste sue parole che sono in parte eloquenti, in parte estatiche:

Era come se tutto il creato mi parlasse di lei ... Era, ora cerco di capire, come se tutto l’universo mondo, che chiaramente è quasi un libro scritto dal dito di Dio, in cui ogni cosa ci parla dell’immensa bontà del suo creatore, in cui ogni creatura è quasi scrittura e specchio della vita e della morte, in cui la più umile rosa si fa glossa del nostro cammino terreno, tutto insomma, di altro non mi parlasse se non del volto che avevo a mala pena intravisto nelle ombre odorose della cucina. (Nome, pp. 281-282)
Anche il seguente passo è significativo: "ma la mia anima non aveva dimenticato il suo volto, e non riuscivo a sentire perverso questo ricordo, anzi palpitava come se in quel volto risplendessero tutte le dolcezze del creato" (p. 281).
   Per Andromaca Ettore rappresentava tutte le buone cose. Rivolgendosi al morto marito ella dice: "Ettore caro, eri il mio sposo ideale: eri intelligente, nobile, ricco, coraggioso, eri un grande!" (Troiane, p. 99). Si aggiunge che nella Grecia antica le qualità indicate facevano parte dell’idea dell’uomo perfetto.

·  Per Adso e Andromaca le persone amate erano rappresentanti del Buono.

B3.  LA SIMILITUDINE DELL’ANIMALE DA TIRO
Camminando sul pianoro Adso arriva alle stalle da cui vede uscire numerosi buoi i quali, all’improvviso, divengono per lui simboli della vera amicizia. Ispirato dalla vista di tanti animali mansueti egli rappresenta con una similitudine il concetto della nostalgia affettuosa con il bue che sente la mancanza del compagno di lavoro davanti all’aratro:

Frattanto il mio passo mi portava alle stalle dei buoi, che stavano uscendo in quantità guidati dai loro bovari. Mi parvero subito quali erano e sono, simboli di amicizia e bontà, perchì ogni bue sul lavoro si volge a cercare il proprio compagno di aratro, se per caso esso in quel momento sia assente, e a esso si rivolge con affettuosi muggiti. (Nome, pp. 285-286)
Volendo descrivere la sua nostalgia di Ettore, Andromaca ricorre alla similitudine della cavalla da tiro che sente la mancanza della compagna se ne è separata: "Nemmeno una cavalla si sottomette facilmente al giogo quando è separata dalla sua compagna" (Troiane, p. 99).

·  Per descrivere la nostalgia affettuosa Adso e Andromaca usano la similitudine dell’animale da tiro che sente la mancanza del compagno di lavoro.

B4.  I DUE LATI OPPOSTI DELL’UNIONE CON LA PERSONA AMATA
Tanti anni dopo la settimana fatale Adso cerca di valutare filosoficamente quello che sentiva il giorno dopo il congiungimento con la ragazza. Conclude che l’unione aveva due lati opposti, uno buono e uno cattivo. Sul conto positivo c’era il fatto che l’incontro nella cucina aveva fatto nascere in lui un forte sentimento di amore, che era anche arrivato a compimento; sul conto negativo registra invece che l’unione (soave di per sé) rappresentava una chiara rottura del voto di castità che aveva pronunciato come novizio; aveva cioè fatto una cosa quanto mai proibita.

E quindi io pativo quella mattina ciò che era male per me, ma per altri forse era bene, e bene dolcissimo, per cui ora capisco che il mio turbamento non era dovuto alla pravità dei miei pensieri, in se degni e soavi, ma alla pravità del rapporto tra i miei pensieri e i voti che avevo pronunciato. E quindi facevo male a godere di una cosa buona sotto una certa ragione, cattiva sotto un’altra (Nome, pp. 282-283)
Più avanti ribadisce ancora i due lati opposti dell’unione con la fanciulla: "Parlo di quelli che furono i miei colpevoli ardori di gioventù. Erano male, ma la verità mi impone di dire che allora li avvertii come estremamente buoni" (p. 284).
   Per Andromaca l’unione con Ettore – meta a cui aveva deliberatamente aspirato – conteneva due lati opposti, uno positivo e l’altro negativo. Lo concede lei stessa con queste parole: "Io desideravo avere una buona fama [cioè di diventare moglie di Ettore] e l’ho avuta, fin troppo, ma ho perso la felicità" (Troiane, p. 97). Sul conto positivo c’era quindi il fatto che aveva raggiunto la sua meta matrimoniale sposandosi con Ettore. Ma come moglie del più bravo figlio del re di Troia diventò anche una persona di riguardo e, come tale, divenne particolarmente interessante per l’ersercito vincitore. E la sorte volle che tra i greci fosse il figlio di Achille, l’uccisore di Ettore(2), a scegliere Andromaca per moglie. Sulla connessione tra la sua condizione di donna di riguardo (lato positivo dell’unione con Ettore) e il suo nuovo stato futuro di moglie schiava di uno dei greci odiati (lato negativo), Andromaca si esprime in questo modo efficace:
Ma la fama della mia virtù è arrivata fino all’esercito greco ed è stata la mia rovina. Appena catturata, Neottolemo, il figlio di Achille, mi ha voluta per il suo letto: farò la serva in casa di assassini. (p. 99)
·  Per Adso e Andromaca l’unione con la persona amata aveva due lati opposti: uno positivo e uno negativo.

B5.  LO STATO VERGINE
Per quanto riguarda il congiungimento stesso Adso ammette di non averlo mai prima provato: "E credo che amore di concupiscenza fosse stato quello della notte, in cui volevo dalla fanciulla qualcosa che non avevo mai avuto" (Nome, p. 283). Adso era quindi vergine al momento di congiungersi con lei. (A parte questa esperienza Adso mantenne per tutta la sua vita il voto di castità: "Non esiterei a chiamar beato colui a cui fosse concesso di provare qualcosa di simile ... anche raramente, in questa vita (e di fatto lo provai solo quella volta)" (p. 252).)
   Anche Andromaca si unì a Ettore come vergine: "Ero pura quando mi hai presa dalla casa di mio padre: ho perso la verginità nel tuo letto" (Troiane, p. 99).

·  Unendosi carnalmente con le persone amate Adso e Andromaca erano vergini.

C.  DEFINIZIONE DELL’ELEMENTO OMOLOGO NR-bis/TR 6
Quarta unità di tempo. Si assiste a una scena in cui una persona ha un buon ricordo dell’immagine di un’altra persona amata affermando di non doverla mai dimenticare. Per la persona amante l’altra persona è un rappresentante del Buono. Per descrivere la nostalgia affettuosa usa la similitudine dell’animale da tiro che sente la mancanza del compagno di lavoro. L’unione con la persona amata aveva per la persona amante due lati opposti di cui uno era positivo e l’altro negativo. Unendosi carnalmente con la persona amata la persona amante era vergine.

Note

(1)  Anche nelle traduzioni di Sanguineti e di Zilliacus si usa un’espressione che sembra più vicina a quella originale: "la mia cara testa di Ettore" (Le Troiane-Sanguineti, p. 34); "Hektors kära anlete" (Trojanskorna-Zilliacus, p. 76) (in italiano: "il caro viso di Ettore").

(2)  Achille aveva anche ucciso, nel sacco della città di Tebe in Cilicia, il padre di Andromaca e sette dei suoi fratelli (Myth Index. Greek Mythology (online edizione), voce "Andromache"). E per quanto riguarda Neottolemo stesso, egli fu quello che uccise Priamo. Eventualmente era anche stato coinvolto nell’uccisione di Astianatte, il piccolo figlio di Andromaca; si veda II-2.2.1.7, nota 2.)

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