II-1.2

Cap. II-1.1   II-1.2   II-2.1   II-2.2.1.1   II-2.2.1.2   II-2.2.1.3   II-2.2.1.4   II-2.2.1.5   II-2.2.1.6   II-2.2.1.7   II-2.2.1.8   II-2.2.2.1   II-2.2.2.2   II-2.2.2.3   II-2.2.2.4   II-2.2.2.5   II-2.2.2.6   II-2.2.2.7   II-2.2.2.8   II-2.2.2.9   II-2.3   II-3
Indice   I parte   II parte   III parte   Digressioni   Tabelle   Piante   Elenchi   Bibliografia

II-1.2.  APPUNTI METODOLOGICI

Sguardo generale su Il nome della rosa e Le Troiane (1)  –  Definizione delle strutture NR, NR-bis e TR (2)  –  Le traduzioni usate delle Troiane (3)  –  Le Sette unità di tempo in cui è diviso lo sviluppo delle vicende nelle due opere (4)  –  Altro (5).

Per il lavoro analitico della Seconda parte dello studio si fa presente che i ragionamenti, i principi e gli appunti metodologici che sono stati esposti nel corrispondente capitolo della prima parte (I-1.4), in particolare quelli della sez. 2 (Regole per il lavoro analitico) valgono, dove applicabili, anche per le analisi che sfociano nella definizione della struttura omologa Nome della rosa/Le troiane.
   Ad ogni buon conto si espongono qui in sintesi alcuni punti centrali che riguardano più specificamente l’analisi intorno alla traccia tragica nel libro di Eco. I punti si riconnettono (almeno parzialmente) a quanto già presentato nella Prima parte.

1.  Sguardo generale su "Il nome della rosa" e "Le Troiane"
Tutte e due le opere rappresentano due sequenze autonome di fatti (cioè eventi effettivi; circostanze di vario tipo: posizione geografica, elementi topografici, tempo, ambiente, relazioni particolari, ecc.; oggetti, persone, ecc.). Dal punto di vista strutturale sono perciò da definire come strutture di fatti. Vale a dire che la struttura omologa da definire nel corso dell’esame sarà anch’essa composta di fatti, o meglio, di sintesi di fatti.
   Precisiamo inoltre che nella totalità organica di una struttura di un libro o di un dramma includiamo non solo i dati ricavati dalla stessa opera, ma anche dati e informazioni reperibili in altre fonti, purché riguardino gli stessi elementi dell’opera.

2.  Definizione delle strutture NR, NR-bis e TR
I concetti di "struttura NR", "struttura NR-bis" e "struttura TR" sono cruciali per l’analisi. Li abbiamo già definiti nella Prima parte dello studio, ma per evitare ogni malinteso li ripetiamo qui:

–  struttura NR: rispecchia il libro di Eco nella sua forma italiana, e lo sviluppo degli eventi comprende non solo quello che accade entro i limiti esteriori del libro (i Sette giorni) ma anche quello che accadde prima e dopo il racconto effettivo (le morti di Adelmo e di Adso);

–  struttura NR-bis: la storia dei Sette giorni come era esposta nel manoscritto latino di Adso del quale disponiamo soltanto di una versione tradotta(1); si precisa che, a differenza della struttura NR, sarà escluso quel che accadde prima e dopo la settimana drammatica;

–  struttura TR: tutto il dramma di Euripide, dall’apparizione di Poseidone e Atena, fino al crollo del Pergamo e alle ultime battute di Ecuba e del coro.

Per un quadro sintetico di queste strutture d’origine si rimanda alle tabelle I e VIII.

3.  Le traduzioni usate delle "Troiane"
Non sapendo il greco antico che molto rudimentalmente siamo dovuti ricorrere alle traduzioni. In primo luogo sarà usata la traduzione di Davide Susanetti del 2008 (Milano). Questa edizione ha il vantaggio non solo di fornire una traduzione chiara e apparentemente affidabile, ma contiene anche un’introduzione approfondita di quaranta pagine, un vasto e particolareggiato apparato di note, nonché il testo greco a fronte. Nelle citazioni la traduzione di Susanetti sarà chiamata soltanto Troiane (o qualche volta Troiane-Susanetti per distinguerla dalla traduzione di Sanguineti).
   Altre traduzioni consultate o citate sono quelle di:

–  Eduardo Sanguineti: Le Troiane, Torino 1974. Una buona traduzione che però manca di note esplicative o informative. Questa è la traduzione che abbiamo usato, insieme a quella di Parmentier, nello studio del ’94 per l’esposizione sintetica dello sviluppo del dramma;

–  Léon Parmentier: Les Troyennes, Paris 1925. Una traduzione classica con introduzione, tante note approfondite, testo greco critico a fronte. Un vantaggio particolare della traduzione consiste nel fornire brevi spiegazioni esplicite in base a quello che è solo implicito nel testo. In molti casi tali spiegazioni aiutano la comprensione del testo in quanto funzionano come legami logici tra due passi o battute. Le abbiamo talvolta usate nelle citazioni del dramma (indicando chiaramente la loro provenienza);

–  Edward P. Coleridge: The Trojan Women, London 1906. Anch’essa una traduzione classica. Fa parte dell’Internet Classics Archive. Anche Coleridge ha inserito nel testo delle spiegazioni, ma non nella stessa misura di Parmentier e talvolta, forse, in modo esagerato(2);

–  Emil Zilliacus: Trojanskorna, Stockholm 1952. Una traduzione in lingua svedese, in versi e abbastanza libera, ma poetica ed espressiva. Contiene anche un’introduzione al dramma inclusi vari cenni al background storico. In questa traduzione ci sono pure inserite nel testo brevi spiegazioni, alla pari della traduzione francese.

Le traduzioni differiscono anche per quanto riguarda il trattamento del coro. Nelle traduzioni di Parmentier e Zilliacus si distingue la corifea dal coro o dal semicoro, mentre in quelle di Susanetti, Sanguineti e Coleridge non si usa tale distinzione.

4.  Le Sette unità di tempo in cui è diviso lo sviluppo delle vicende nelle due opere
Per Il nome della rosa c’è una corrispondenza diretta e naturale tra le Sette unità di tempo e i Sette giorni.
   Le Troiane non sono divise esplicitamente in differenti atti o scene. Ci sono tuttavia diversi modi di dividere il dramma, di cui il seguente rappresenta uno fra altri possibili.
   In primo luogo pare naturale considerare la parte dell’apparizione di Poseidone e Atena e del loro colloquio come un prologo a tutto quello che seguirà. Questo prologo rappresenterà quindi la prima parte in cui abbiamo diviso il dramma.
   In secondo luogo abbiamo usato i grandi interventi corali per la divisione del resto del dramma fino alla sesta parte. Infatti, presso Euripide tali interventi avevano spesso carattere di interludio fra due atti (cfr. per es. Teaterhistoria, trad., Halmstad 1965, p. 15). Con questo metodo si riesce a definire senza complicazioni gli interludi tra le parti II-III, III-IV, IV-V e V-VI. Si veda la tabella IX.
   In terzo luogo consideriamo come una "fine dell’atto" il lungo dialogo tra Ecuba (sette interventi) e il coro (sei interventi) alla fine dell’episodio del funerale di Astianatte (nel quale le parole lamentose sono dirette anche al morto ragazzino). Un indizio di più che si tratti veramente di una "fine dell’atto" è costituito dal fatto che il dialogo è seguito da un intervento da parte della corifea che fa un breve commento alla triste morte del figlio di Andromaca, introducendo con poche parole – immediatamente dopo – l’episodio che seguirà (la distruzione della città e l’ordine alle troiane di imbarcarsi sulle navi greche).
   Nella tabella citata c’è un prospetto della divisione del dramma in sette parti, ossia prologo e sei "atti", secondo la metodologia esposta qui.
   Insomma, le sette parti del dramma di Euripide coincidono con i Sette giorni del Nome della rosa. Si ha quindi una divisione in Sette unità di tempo in tutti e due i casi.

5.  Altro
Per gli appunti metodologici che riguardano specificamente le analisi topografiche, rimandiamo a II-2.2.2.1 ("Le piante, il loro orientamento, metodo per i confronti").

Note

(1)  Ricordiamo che il manoscritto latino steso da Adso alla fine del Trecento è il testo originale; poi c’è un’edizione secentesca di Mabillon (che aveva trovato il manoscritto nel monastero di Melk), seguita da una traduzione francese fatta dall’abate Vallet (edizione del 1842), la quale in ultimo è stata tradotta in italiano da Eco. Vedi l’informazione nel cap. "Naturalmente, un manoscritto" del Nome della rosa, p. 11.

(2)  Un esempio: terminato il processo ad Elena, Coleridge inserisce dopo le ultime parole di Menelao: "Exit MENELAUS, dragging HELEN with him". Presso Parmentier si legge invece: "Ménelas s’éloigne avec son escort. Hécube reste de nouveau abimée dans sa douleur" (p. 71). Alcune battute prima (dopo l’ordine di Menelao di portarla a bordo) Parmentier ha inserito: "On emmène Hélène" (p. 70). (Ma le parole di Coleridge sono naturalmente più espressive.)

capitolo precedente   successivo

top