(II-2.2.2)    II-2.2.2.1

Cap. II-1.1   II-1.2   II-2.1   II-2.2.1.1   II-2.2.1.2   II-2.2.1.3   II-2.2.1.4   II-2.2.1.5   II-2.2.1.6   II-2.2.1.7   II-2.2.1.8   II-2.2.2.1   II-2.2.2.2   II-2.2.2.3   II-2.2.2.4   II-2.2.2.5   II-2.2.2.6   II-2.2.2.7   II-2.2.2.8   II-2.2.2.9   II-2.3   II-3
Indice   I parte   II parte   III parte   Digressioni   Tabelle   Piante   Elenchi   Bibliografia

II-2.2.2.  TOPOGRAFIA DEI TERRITORI

Gli elementi topografici

Veniamo così agli elementi topografici della struttura omologa NR-bis/TR, elementi che avevamo inizialmente pensato di collocare prima degli elementi drammatici. Ma considerata la loro mole di punti analitici di carattere prevalentemente tecnico-cartografico, ci siamo risolti per inserirle dopo la parte "più vivente" delle vicende e dei personaggi delle Sette unità di tempo.
   Si definiscono così otto elementi omologhi in base a corrispondenze fra strutture architettoniche e topografiche dei due Territori. Ma prima di fare i confronti effettivi bisogna risolvere tre compiti: scegliere le piante che costituiranno la base per i confronti; orientarle in modo uguale e definire i loro rispettivi punti d’origine; rendere conto del metodo usato per i confronti. Lo faremo nel capitolo che segue.

II-2.2.2.1.  LE PIANTE, IL LORO ORIENTAMENTO, METODO PER I CONFRONTI

Le piante da usare per i confronti (A)  –  Sette operazioni per dare alle piante un orientamento funzionale (B)  –  Scelta delle costruzioni da confrontare, metodo per i rilevamenti, apprezzamento delle deviazioni dai valori teoreticamente perfetti (C).

A.  Le piante da usare per i confronti
Per prima cosa bisogna scegliere le piante da usare per i confronti. (Si osservi che tutte le piante a cui ci si riferisce qui, sono collocate in appendice 3.)

· La pianta dell’abbazia.  Per quanto riguarda la pianta dell’abbazia il compito si risolve naturalmente da sé: usiamo la pianta riportata nel libro stesso, a p. 7 della nostra edizione. Corrisponde alla pianta NR1a.

· La pianta della città di Troia.  Per trovare una pianta di Troia che si adatti con profitto a un confronto con la pianta NR1a, dobbiamo invece agire in modo particolare (due processi).

1)  Scegliamo prima una pianta fra tutte quelle in cui è raffigurata la vecchia città di Troia. Così abbiamo trovato conveniente usare la pianta "Plan of Troy, Adapted from W. Dörpfeld", plate 417, di Troy, General introduction, The first and second settlements (vol. I) di Blegen, Caskey, Rawson e Sperling (Princeton 1950): vedi la pianta TRl. Per quest’ultimo lavoro precisiamo che fa parte dell’opera tanto conosciuta degli scavi a Troia diretti dallo statunitense Carl Blegen, opera che fu pubblicata in tre volumi dalla Princeton University Press fra il 1950 e il 1953.
   Ci si può domandare perché non usare direttamente una delle piante di Dörpfeld invece di ricorrere all’adattamento di Blegen. Rispondiamo che nelle piante di Dörpfeld – si veda la parte con le "Tafeln" in Troja und Ilion di Dörpfeld (Athen 1902) – ci sono alcune parti bianche ("nicht ausgegraben"), parti che egli, per sue ragioni, aveva lasciato ad altri; ed è proprio Blegen che ha portato a termine questo lavoro (iniziato dallo stesso Schliemann), completandolo tra l’altro con scavi sulle parti bianche, dove – cosa importante – si trova la costruzione chiave "630" che useremo per l’orientamento della pianta TR2a (vedi sotto).

2)  In secondo luogo facciamo un rispecchiamento della pianta scelta arrivando a una sua immagine inversa: arriviamo cioè ad una nuova pianta che rispecchia la pianta iniziale (TR1): è la pianta TR2a. Per queste due piante si osservi che essendo TRl una pianta a due dimensioni, un suo rispecchiamento non è altro che guardarla dal retro o dal di sotto. In questo modo non si perde mai il legame, per così dire, materiale fra la pianta iniziale e il suo rispecchiamento. Ricordiamo del resto che l’uso di uno specchio per raggiungere uno scopo non deve stupire nessuno, neanche l’autore del Nome della rosa: pare infatti che quello degli specchi sia un tema che lo abbia affascinato tanto; si pensi ad es. alla sua idea di collocare uno specchio come porta del finis Africae, alle tante volte che si ragiona sugli specchi nel Nome della rosa(1), all’interessantissimo saggio "Sugli specchi" in Sugli specchi e altri saggi, e ad altri luoghi ancora.
   Disponiamo insomma di due piante che rispecchiano a modo loro il territorio dell’abbazia e quello della città di Troia.
   Tuttavia, non basta aver definito le piante da usare, bisogna anche orientarle in modo uguale, almeno se vogliamo arrivare a risultati metodologicamente soddisfacenti. Per l’orientamento delle piante si procederà in tappe.

B.  Sette operazioni per dare alle piante un orientamento funzionale
Per dare alle piante NRla e TR2a un orientamento funzionale, facciamo sette operazioni: 1-5 per arrivare a un orientamento sull’asse orizzontale, e 6-7 per completare l’orientamento anche sull’asse verticale. Qui sotto rendiamo conto, passo per passo, delle sette operazioni. Si raccomanda di seguire il procedimento sulle rispettive piante NR e TR riportate in appendice 3.

·  Operazioni (1-5) per arrivare alle piante NR1b e TR2b (orientamento orizzontale)

1)  Mettiamo la porta maestra ad occidente. Questa operazione serve per avere un orientamento preliminare, approssimativo;

NR:  La pianta NR1a è già preparata in questo modo.

TR:  Dobbiamo girare la pianta TR2a quasi 90 gradi in senso orario. Per questo processo consideriamo la Porta Dardania come la porta maestra di Troia; cfr. in proposito la pianta VIII ("Burg Troia") con la sua "Fahrweg zur Burg" che conduce alla "Dardanisch Thor" accanto alla grande porta meridionale della città.

2)  Indichiamo il punto di mezzo nel vano della porta maestra: punto P.
NR:  Operazione facile dato che la via d’ingresso ci aiuta a trovare la giusta posizione del punto.

TR:  Operazione senza complicazioni.

3)  Cerchiamo sulle rispettive piante una costruzione rettangolare che abbia queste caratteristiche:
–  la lunghezza del corpo centrale inclusi eventuali annessi dev’essere circa il doppio della larghezza dello stesso corpo;
–  nella parte occidentale della costruzione ci devono essere quattro elementi strutturali disposti in modo da formare quasi un quadrato;
–  la costruzione deve avere un elemento simile ad una T giacente che dal mezzo del muro orientale si protrae fino a circa un terzo della lunghezza di tutta la costruzione.
Con l’aiuto di tale costruzione saremo in grado di orientare le piante secondo l’asse est-ovest.

NR:  Esaminate tutte le costruzioni della pianta concludiamo che ne esiste una sola che è conforme a quanto richiesto: è la costruzione C1. Per verificarlo cfr. la figura:
Fig. 8a – Costruzione C1NR

Lunghezza, Lng = 78½ mm
Larghezza, Lrg = 37½ mm
Ragione Lng/Lrg = 2,1/1 (2,09/1)

NB. Date le irregolorità della costruzione, le rilevazioni rappresentano valori medi ed approssimazioni.

Si può aggiungere che la costruzione ha avuto "per caso" una struttura simile ad una bussola, anche se nel romanzo era un mulino ad acqua(2).

TR:  Fra tutte le costruzioni non c’è nessuna che sia conforme alle caratteristiche richieste fuorché una che vi si adatta a perfezione: è la costruzione Cl collocata non lontano dalla porta. Per la verifica rimandiamo alla figura, che raffigura la costruzione in una scala più grande:

Fig. 8b – Costruzione C1TR
Lunghezza, Lng = 77½ mm
Larghezza, Lrg = 38½ mm
Ragione Lng/Lrg = 2,0/1 (2,01/1)

NB. Anche in questo caso le rilevazioni rappresentano valori medi ed approssimazioni.

(Figura particolareggiata in Blegen et al., op. cit., vol. III, plate 454.)

Sulla pianta TRl questa piccola casa (vicino all’angolo nord-est della Pillar House) porta il numero 630 e risale alla prima fase di Troia VI.

Le due costruzioni C1NR e C1TR saranno in seguito chiamate "bussole" per la loro funzione d’orientamento.

4)  Tracciamo una linea che, partendo dal punto P, sia diretta verso l’interno del Territorio; per l’orientamento esatto della linea usiamo per tutte e due le piante la costruzione Cl in modo che la linea sia parallela all’asse principale di quella costruzione. Questa linea rappresenterà l’asse est-ovest.

NR:  Operazione facile: seguiamo la via d’ingresso verso la chiesa, che è parallela alla stessa costruzione Cl.

TR:  Operazione che richiede precisione di mano.

5)  Cerchiamo nella parte settentrionale, in una direzione approssimativa di est-nord-est dal punto P, una costruzione che sia più grande e più massiccia delle altre, abbia un corpo centrale rettangolare, sia posizionata obliquamente attraverso una parte della cinta muraria e sia un luogo di sapienza. Questa costruzione, che sarà chiamata C2, ci aiuterà a definire il punto d’origine delle due piante. Si avverte che quest’operazione prepara le piante per l’operazione (6) che segue .
NR:  Operazione facile: è naturalmente l’Edificio (si noti in proposito che il quadrato è una figura rettangolare).

TR:  Operazione che non richiede molto lavoro: è il tempio di Atena, il quale, con la sua grandezza e posizione e con lo spessore dei muri, non ha rivali. Essendo dedicato ad Atena è anche un luogo di sapienza, come pure l’Edificio con la sua meravigliosa biblioteca, "di cui si parla con ammirazione in tutte le abbazie della cristianità" (Nome, p. 43). (Notiamo che l’edificio sulla pianta del Nome della rosa è indicato con una A; ma se questa sia un’allusione alla dea della sapienza o meno, è difficile sapere.)

A questo punto si potrebbe obiettare contro l’uso del tempio di Atena per la definizione dell’origine della pianta troiana, perché questa costruzione fu eretta nel periodo di Troia IX, cioè in età romana. A tale obiezione rispondiamo che usiamo il tempio soltanto per completare l’orientamento della pianta, che rappresenta un sommario cartografico degli scavi di Dörpfeld e Blegen; non l’usiamo per definire un elemento omologo.

·  Operazioni (6-7) per arrivare alle piante NR1c e TR2c (orientamento sia orizzontale che verticale)

6)  Dalla costruzione C2 tracciamo ora una linea che continua il suo asse principale verso il già definito asse est-ovest (nell’operazione 4); il punto esatto dove la linea incontra quest’ultimo asse sarà definito il punto d’origine, cioè il punto centrale di ognuna delle piante.

NR e TR:  Le operazioni richiedono precisione di mano. Per l’operazione sulla pianta dell’abbazia notiamo che l’origine coincide apparentemente con l’ingresso della chiesa (per tale coincidenza, vedi anche II-2.2.2.5, fine capitolo).
   Quanto al Territorio di Troia, constatiamo del resto che se continuiamo verso oriente il grande muro di cinta in modo da creare un’ellissi simmetrica, il punto scelto viene a trovarsi più o meno in mezzo.
7)  In base alla linea P–origine (dove il punto P è già situato ad ovest) disegniamo infine un normale sistema d’orientamento con i soliti ingredienti: origine, asse est-ovest, asse nord-sud.
NR e TR:  Operazioni senza complicazioni.
Quindi, applicando questo sistema d’orientamento alle due piante NRla e TR2a, arriviamo alle piante orientate NR1c e TR2c, le quali coincidono con le piante finali NR2 e TR3 che saranno quelle da usare in seguito per i confronti effettivi e in cui abbiamo indicato le costruzioni da trattare nell’analisi. Fra parentesi si aggiunge che abbiamo naturalmente provato molti altri modi di orientamento, ma quello scelto ci pare più adatto a un confronto fruttuoso. Ci immaginiamo pure che l’orientamento scelto sia, se non eguale, almeno simile a quello che l’autore della pianta dell’abbazia abbia ideato da principio.

C.  Scelta delle costruzioni da confrontare, metodo per i rilevamenti, apprezzamento delle deviazioni dai valori teoreticamente perfetti
L’ultimo compito da risolvere riguarda il metodo usato per raggiungere risultati soddisfacenti, o più precisamente: la scelta delle costruzioni da confrontare, il metodo per rilevare distanze, direzioni, inclinazioni ed angoli, e le eventuali deviazioni dai valori (ipoteticamente) perfetti.
   Per quanto riguarda la scelta delle costruzioni da confrontare partiamo da quelle troiane che precedevano Troia VIIb, cioè le costruzioni o i resti di costruzioni che esistevano, su o sotto il suolo, al tempo della guerra omerica. Va detto che ci sono anche altre costruzioni che sono interessanti, tra cui il tempio di Atena che abbiamo già usato per l’orientamento della pianta TR3.(3) Ma tali costruzioni sono escluse nell’analisi per la definizione degli elementi omologhi perché sono posteriori a Troia VIIa, cioè alla grande guerra.
   Nelle misurazioni di distanze, direzioni e angoli è naturalmente impossibile raggiungere misure impeccabilmente precise tanto più che le costruzioni di ambedue le piante non hanno una rappresentazione perfetta; basta guardare le piante per constatarlo.(4) Ma ciò non toglie che possiamo arrivare a misure che si avvicinano in modo sufficiente alle cifre ipoteticamente esatte per permetterci di eseguire dei confronti con risultati interessanti. Ma quest’incertezza di misurazione ci costringe per forza a considerare ogni rilevazione più o meno approssimativa. È poi un’altra questione se le cifre esatte esistano davvero: si pensi per es. alle costruzioni di Troia, le quali, dato il rodere del Tempo, hanno naturalmente subìto alterazioni strutturali di ogni sorta.
   Per ottenere una maggiore precisione nelle rilevazioni effettive siamo ricorsi in primo luogo a ingrandimenti fotocopiati delle piante orientate; il fattore d’ingrandimento di queste copie, rispetto alle piante originali, è stato per NR2 pari a 2,34 e per TR3 pari a 2,00. Ciò vale a dire che le piante usate hanno una grandezza rispettivamente di circa 36 x 25 cm (NR2) e circa 49 x 37 cm (TR3). In qualche caso abbiamo anche usato figure ingrandite dell’opera di Blegen per meglio mettere in evidenza qualche particolare architettonico (si vedano le figure 8b, 32b e 36b).
   Le piante in appendice sono naturalmente copie imperfette delle piante usate. Sono state incluse qui più per illustrare il procedimento analitico che per fornire al lettore la base per un controllo minuzioso. Per chi volesse disporre di piante più accurate per verificare i vari passi dell’esame, rimandiamo alle piante originali del Nome della rosa e dell’opera di Blegen (che per un’adeguata verifica dovranno essere orientate allo stesso modo di NR2 e TR3).
   Ma anche sulle piante ingrandite è difficile rilevare una distanza con precisione decimale, soprattutto perché i bordi delle costruzioni non sono perfettamente retti; è infatti impossibile stabilire con certezza se un valore "debba" essere per es. 25,1 mm oppure 25,2 mm. Per questo siamo ricorsi a un metodo di compromesso usando passi di interi millimetri e mezzi millimetri: se rileviamo un valore vicino per es. a 25,0 mm lo definiamo come 25 mm, e se il valore sembra più vicino a 25,5 il valore sarà determinato in 25½ mm. Con questo metodo approssimativo evitiamo di esprimere valori decimali, i quali sarebbero sempre insicuri nell’ultima cifra. Per quanto riguarda la deviazione dalla "giusta" misura con il metodo scelto, essa è praticamente trascurabile in quanto, per darne un esempio, una deviazione di 0,2 mm misurata su una distanza reale di 25,0 mm rappresenterebbe un tasso di deviazione del solo 0,8 per cento.
   Per le distanze particolarmente imprecise a causa di bordi ineguali si precisa che siamo ricorsi a valori medi con misurazioni da diversi punti dei bordi. (Per esempio, se nelle misurazioni una distanza oscilla tra 18 e 19 mm, si sceglie un valore medio pari a 18½ mm.)
   Per i bordi degli elementi strutturali della pianta TR3, i quali a causa dell’ingrandimento in molti casi hanno uno spessore da ¼ a ½ mm, precisiamo inoltre che le misurazioni sono state eseguite da una linea o un punto di mezzo.
   Le principali fonti d’imprecisione si possono riassumere così: bordi imperfetti su tutte e due le piante e bordi sbiechi soprattutto sulla pianta NR2. Ma anche con tali imperfezioni inevitabili si possono rilevare valori che sono sufficientemente precisi per essere utilizzati per un confronto. Giudichiamo che il massimo tasso d’imprecisione per le distanze rilevate potrà essere dell’l-2 per cento.
   Quanto alla presentazione delle misure delle distanze abbiamo scelto di mantenere le cifre millimetriche su tutte e due le piante perché sarebbe inutile cercare di trasformarle in metri visto che le misure stesse sfociano sempre in un calcolo di una ragione, e per calcolare le ragioni basta disporre di sole cifre.
   Tuttavia, per chi voglia trasformare i valori millimetrici in metri sulle rispettive piante, i fattori di conversione sono come segue:
NR2: 1 mm = tra 0,6 e 0,8 metri, scala 1:600-800
TR3: 1 mm = circa 0,5 metri, scala 1:500
La scala della pianta NR2, fortemente approssimativa, è basata sulla supposizione che la lunghezza dell’altare maggiore della chiesa abbaziale sia 3-4 metri, valore che rappresenta la lunghezza normale di molti altari maggiori delle grandi chiese di quell’epoca, per es. le cattedrali di Saint Lazare d’Autun (fondata nel XII secolo), di Leon (metà del Duecento), Santa Croce di Firenze (fondata nel 1295), Gerona (il coro cominciato nel 1312). Essendo sulla pianta NR2 la larghezza dell’altar maggiore di circa 5 millimetri, si conclude – sempre in base alla nostra supposizione – che 1 millimetro equivale a 0,6-0,8 metri, con una scala di 1:600-800.
   Per la pianta TR3 il calcolo della scala è più semplice perché 20 metri sulla linea di distanze (vedi il piccolo quadro in basso) corrispondono a 40 millimetri (meno qualche decimale) sulla pianta ingrandita. Ciò significa che la scala della pianta TR3 è di circa 1:500; cioè, 1 millimetro equivale a circa 0,5 metri.
   Le ragioni sono espresse in percentuali secondo il tipo "A costituisce l’x per cento di B". Con questo metodo si dà conformità a tutto il materiale. Si osservi tuttavia che essendo i valori millimetrici di due distanze suscettibili ad una lieve ma accettabile deviazione, anche la ragione fra le distanze possono ovviamente deviare lievemente ma sempre in modo accettabile da una ragione "ideale" (che non esiste). Prendiamo un esempio: se abbiamo due distanze (15,0 e 25,0 mm rispettivamente), di cui la prima devia massimamente di +0,2 mm dal valore ideale, e l’altra ha una massima deviazione di -0,2 mm, la ragione delle distanze deviate ha sempre una deviazione dal valore perfetto (che è 60/100, ovvero 15/25) che diremmo accettabile, come si evidenzia da queste cifre: 14,8/25,2 = 58,73/100 oppure 15,2/24,8 = 61,29/100. La deviazione della ragione sarebbe quindi meno dell’1,30 per cento. (Se le distanze deviassero tutte e due o in più o in meno, la deviazione della ragione sarebbe molto minore, tra lo 0,3 e lo 0,6 per cento.)
   Per quanto riguarda le misurazioni in gradi di angoli, inclinazioni e direzioni, abbiamo scelto di applicare valori di interi e mezzi gradi, in analogia con i valori delle distanze. Un’inclinazione per es. di 25½ gradi dice quindi che l’inclinazione reale è più vicino al punto di mezzo tra due gradi che non al grado intero di sotto o di sopra. Aggiungiamo che per evitare di usare cifre con decimali ricorreremo in qualche caso anche a ¼ o ¾ per esprimere valori medi.
   Come nel caso delle distanze, anche i gradi riescono spesso difficili da rilevare perfettamente date le imperfezioni dei bordi delle strutture interessate; e se i bordi sono imperfetti, divengono lievemente insicure anche le linee per la misurazione dei gradi. Tuttavia, apprezzando la deviazione dei gradi rilevati sulle due piante riteniamo che il relativo tasso difficilmente ecceda 1 grado sulla pianta NR2, e 1-2 gradi sulla pianta TR3. Si aggiunge che un errore di due gradi su una rilevata direzione dall’origine rappresenta una deviazione del solo 0,6 per cento (2/360).
   Tutto sommato, considerando le lievi deviazioni che possono esistere per i valori delle distanze, delle ragioni e dei gradi, bisogna sempre sottintendere un "circa" davanti a ogni cifra indicata. Ma anche se permettiamo un lieve margine di errore sui valori indicati, sono nondimeno sempre sufficientemente precisi per evidenziare una buona correlazione tra gli elementi confrontati.

*

Terminato così l’ultimo compito è tempo di "varcare le mura" dei due Territori per indagare sulle corrispondenze tra i loro elementi topografici.
   Per aver una visione generale delle costruzioni che in seguito saranno oggetto dell’analisi comparativa si raccomanda di consultare le piante orientate NR2 e TR3 dove sono indicate sette nuove costruzioni o complessi di costruzioni (C3-C9) più la cinta muraria e tre delle sue parti murali (M1-M3). Sono indicate anche le costruzioni C1 e C2 già trattate in questo capitolo. Per un quadro sintetico di tutte le case/costruzioni usate nell’analisi si può anche consultare II-2.3, riassunto C.
   Va osservato che nell’indicazione di direzioni e punti cardinali ci si riferisce alle piante orientate.

*

Avvertimento: Per essere in grado di seguire bene le analisi per la definizione degli elementi omologhi topografici, si raccomanda di consultare le rispettive piante. (Le figure, che nell’edizione pdf del 2012 erano collocate in un’appendice separata, sono qui inserite direttamente nel testo.)

Note

(1)  Ecco qualche citazione in argomento: "Se questa abbazia fosse uno speculum mundi" (Nome, p. 127); "ha parlato della forza degli specchi" (p. 176); "tale è la magìa degli specchi" (p. 243); "Non pensavi che potesse entrare dallo specchio?" (p. 468); "Non so come tu abbia scoperto il segreto dello specchio" (p. 470); eccetera.

(2)  Che la costruzione sia un mulino si conclude fra l’altro dalla descrizione di Adso delle costruzioni presso la cinta muraria meridionale, dopo le fucine (dove Adso e Guglielmo hanno parlato con Nicola): "Proseguimmo lungo il lato sud: a destra l’albergo dei pellegrini e la sala capitolare col giardino, a sinistra i frantoi, il mulino, i granai, le cantine, la casa dei novizi" (p. 98).

(3)  Un’altra costruzione che potrebbe essere interessante è il "Sanctuary" che apparteneva anch’essa a Troia IX, cioè ai tempi dei romani. Questa costruzione può essere confrontata con profitto con la casa dei novizi (ossia la seconda costruzione da ovest tra quelle situate lungo la cinta muraria sud dell’abbazia), in quanto tra l’altro:

–   entrambe le costruzioni hanno una posizione vicino alla cinta muraria sud;
–   occupano un’area sostanzialmente quadrata;
–   i loro muri settentrionali sono un po’ più corti di quelli orientali: 5,0% su NR2; 4,8% su TR3;
–   le direzioni dall’origine delle costruzioni sono quasi le stesse: 120 gradi su NR2; 118 gradi su TR3. (Per la direzione di una costruzione, vedi figura 13.)

(4)  Per ovvie ragioni non disponiamo della pianta originale dell’abbazia, come era prima di essere trasferita all’editore. E per le costruzioni sulla pianta di Troia dobbiamo ricordare che si basano su scavi dove le stesse costruzioni si presentavano agli occhi degli archeologi, prima della loro ricostruzione cartografica, con ogni sorta di distorsione: vedi per es. le figure 8b e 32b.

capitolo precedente   successivo

top