II-2.2.2.3

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II-2.2.2.3.  ELEMENTO OMOLOGO NR-bis/TR 11

Lo "scarpone"

A.  OGGETTO DELL’ANALISI
Vicino alla cinta muraria della parte sud-occidentale della pianta NR2 si trova una costruzione che, vista dal di sopra, ha la forma di uno scarpone diretto verso est e con tutta la parte inferiore (la suola) parallela al muro: è la costruzione C3.
   La costruzione troiana la cui definizione di base corrisponde a C3NR, è quella indicata con C3 sulla pianta TR3 (casa "VI M" di Blegen(1)). Come si vede, anch’essa è simile a uno scarpone. A causa di tale forma particolare tutte e due le costruzioni saranno chiamate "scarponi" (con piede, suola e gamba).
   Per ogni costruzione esaminata, a parte il riferimento alle piante indicate, si riportano in seguito anche figure particolareggiate delle stesse. Segnaliamo già da ora che le figure riportate possono variare in grandezza perché ottenute attraverso scansioni delle piante ingrandite (NR2 e TR3) e poi sottoposte a trattamento digitale con programma software.

B.  ANALISI COMPARATIVA
Direzioni e settori delle costruzioni (B1) – Composizione degli scarponi (B2) – Altezza dei due blocchi degli scarponi (B3) – Il bordo frontale (B4) – Lo spazio del piede dentro gli scarponi (B5) – Spessore del muro meridionale (la suola) (B6) – Definizione dell’elemento omologo NR-bis/TR 11 (C).

B1.  DIREZIONI E SETTORI DELLE COSTRUZIONI
In questo primo punto esamineremo i settori occupati dalle costruzioni per mettere in evidenza corrispondenze che riguardano sia le direzioni dall’origine delle costruzioni che lo spazio dei loro rispettivi settori. Per "direzione dall’origine" di una costruzione intendiamo la direzione dall’origine della linea di mezzo tra le due linee che definiscono, sempre a partire dall’origine, il settore occupato dalla costruzione. Il settore così definito sarà chiamato "settore della costruzione" e le linee che lo definiscono "linee settoriali" (vedi la figura).

Fig. 13

   
Guardando dall’origine la costruzione la cui direzione si vuole stabilire, la si vede come uno spazio piano con due punti estremi, uno a sinistra e l’altro a destra. Dall’origine si tracciano due linee (chiamate qui linee settoriali o Ls), una nella direzione del primo punto, e l’altra verso il secondo. La direzione della costruzione sarà definita come la direzione della linea di mezzo fra le prime linee. Se per es. si rilevano valori di Ls1 e Ls2 pari a, rispettivamente, 100 e 110 gradi dall’origine, la linea di mezzo sarà di 105 gradi dall’origine, e questo valore sarà anche la direzione della costruzione.
Misurando la direzione dall’origine delle linee Ls1 e Ls2 del settore della costruzione C3NR si definiscono i seguenti valori:

Fig. 14a




Ls1 = 214 gradi dall’origine
Ls2 = 232½ gradi dall’origine
Direzione di C3NR = 223¼ gradi dall’origine
Settore occupato = 18½ gradi
A partire dai valori rilevati concludiamo che la direzione dall’origine della costruzione è 223¼ gradi (la metà tra 214 e 232½) e che lo spazio del settore si estende per 18½ gradi.
   Per i corrispondenti valori della costruzione C3TR si rileva quanto segue:

Fig. 14b




Ls1 = 212 gradi dall’origine
Ls2 = 230 gradi dall’origine
Direzione di C3TR = 221 gradi dall’origine
Settore occupato = 18 gradi
Tali valori ci permettono di concludere che la direzione dall’origine di C3TR è pari a 221 gradi (la metà tra 212 e 230) e che lo spazio del suo settore comprende 18 gradi. Valori (molto) simili a quelli della costruzione C3NR.

·  La direzione esatta delle due costruzioni varia tra 221 e 223¼ gradi dall’origine, e i loro rispettivi spazi settoriali si estendono per 18-18½ gradi.

B2.  COMPOSIZIONE DEGLI SCARPONI
La composizione di C3NR può essere descritta con più precisione rispetto alla definizione inizale. Lo scarpone dell’abbazia è quindi composto da due blocchi strutturali: ad ovest c’è una forma quasi rettangolare (la gamba), il cui lato corto meridionale (il tacco) si unisce al resto della suola. Dalla parte sud della gamba si estendono verso est due vani più piccoli che formano insieme un blocco quadrilatero i cui lati più lunghi (suola e parte superiore della tomaia) sono paralleli. Come tutti gli scarponi la parte frontale inclina indietro. Il lato posteriore della gamba inclina invece un po’ in avanti (3 gradi); rileviamo infatti un angolo di 87 gradi tra detto lato e la suola:

Fig. 15a


L’angolo di 87 gradi tra lato posteriore e suola indica un’inclinazione di 3 gradi in avanti della gamba.
Lo scarpone della pianta TR3 è anch’esso composto da due blocchi che corrispondono strutturalmente a quelli della costruzione C3NR: per una descrizione dettagliata si ripete quella di sopra. Per quanto riguarda l’inclinazione della parte frontale dello scarpone troiano notiamo però che essa è meno marcata di quella dell’abbazia, mentre l’inclinazione in avanti del lato posteriore della gamba è esigua (1-2 gradi) ma tuttavia misurabile in quanto l’angolo tra detto lato e la suola è di 88-89 gradi:

Fig. 15b


L’angolo di 88-89 gradi tra lato posteriore e suola indica un’inclinazione di 1-2 gradi in avanti della gamba.
L’incertezza del valore deriva dal profilo "a sega" del bordo inferiore della suola (forma che a sua volta dipende dal fatto che il relativo muro è stato costruito in sezioni che sono più spesse al livello più basso).

·  Le costruzioni hanno una composizione in due blocchi:
   1) ad ovest c’è una grande forma più o meno rettangolare (la gamba) il cui lato corto meridionale (il tacco) si unisce al resto della suola; il lato posteriore ha una lieve inclinazione in avanti (1-3 gradi);
   2) dalla parte sud della gamba si estendono verso est due vani più piccoli che formano una struttura quadrilatera i cui lati più lunghi (suola e parte superiore della tomaia) sono paralleli; la parte frontale inclina indietro.


B3.  ALTEZZA DEI DUE BLOCCHI DEGLI SCARPONI(2)
Guardando lo scarpone C3NR si vede che l’altezza della gamba è più o meno la metà dell’altezza del piede. Per confermare tale impressione rileviamo l’altezza della gamba (d1)(3) dal bordo superiore al bordo del tacco, confrontandola con l’altezza del piede (d2) rilevata dal bordo superiore a quello inferiore:

Fig. 16a


Altezza del piede, d1 = 10½ mm
Altezza della gamba, d2 = 22 mm
Relazione d1/d2 = 48% (47,7)

Facendo le stesse operazioni sulla costruzione C3TR troviamo che l’altezza del piede (d1) rappresenta il 53% dell’altezza della gamba (d2). Avvertiamo che data la irregolarità del bordo inferiore della suola le misure sono dei valori medi:

Fig. 16b



Altezza del piede, d1 = 18 mm
Altezza della gamba, d2 = 34 mm
Relazione d1/d2 = 53% (52,9)

·  L’altezza del piede degli scarponi è più o meno la metà dell’altezza delle rispettive gambe (48-53%).

B4.  IL BORDO FRONTALE
Confrontando le piante si vede che i due scarponi si differenziano visibilmente soprattutto per quanto riguarda l’inclinazione del bordo frontale della tomaia. Tuttavia, anche a partire da questo bordo si possono rilevare cifre interessanti. Esso rappresenta infatti una chiave per misurare la relazione fra le due parti della tomaia: bordo frontale e bordo superiore. La lunghezza del bordo frontale della tomaia (d3) della costruzione C3NR rappresenta il 58% di quello superiore (d4):

Fig. 17a



Bordo frontale, d3 = 11 mm
Bordo superiore, d4 = 19 mm
Relazione d1/d2 = 58% (57,9)

Quasi lo stesso valore si registra per C3TR in quanto la relazione percentuale tra il bordo frontale (d3) e quello superiore (d4) della tomaia dello scarpone troiana è pari al 57%:

Fig. 17b



Bordo frontale, d3 = 18½ mm
Bordo superiore, d4 = 32½ mm
Relazione d1/d2 = 57% (56,9)

·  La lunghezza del bordo frontale della tomaia degli scarponi rappresenta il 57-58% del bordo superiore.

B5.  LO SPAZIO DEL PIEDE DENTRO LO SCARPONE
Continuando a considerare le costruzioni C3 come degli scarponi ci domandiamo in quale misura siano adatte spazialmente al piede umano che ci si mette dentro.(4) A tale scopo ci interesseremo della lunghezza e dell’altezza all’interno delle costruzioni, distanze che sono ben visibili nelle relative figure 18a-b. Quindi:
   L’altezza della costruzione C3NR (d5) misurata dal tacco della pianta del piede fino al bordo superiore della gamba è pari a 19½ mm, e la lunghezza (d6) rilevata lungo la pianta del piede è pari a 32½ mm. Da queste cifre si conclude che l’altezza del piede dentro lo scarpone costituisce il 60% della lunghezza:

Fig. 18a


Altezza del piede, d5 = 19½ mm
Lungh. pianta del piede, d6 = 32½ mm
Relazione d5/d6 = 60% (60,0)
Misurando le stesse distanze sulla costruzione troiana rileviamo che l’altezza dal tacco del piede (d5) è pari a 27 mm, e la pianta del piede (d6) ha una lunghezza di 44½ mm. La relazione tra le due distanze è pari al 61%:

Fig. 18b



Altezza del piede, d5 = 27 mm
Lungh. pianta del piede, d6 = 44½ mm
Relazione d5/d6 = 61% (60,7)

·  La relazione tra la lunghezza della pianta del piede dentro gli scarponi e l’altezza misurata dal tacco del piede fino al bordo superiore degli scarponi è pari al 60-61%.

B6.  SPESSORE DEL MURO MERIDIONALE (LA SUOLA)
Guardando la sagoma dello scarpone dell’abbazia si osserva che il muro meridionale (la suola) è generalmente un po’ più grosso degli altri muri della costruzione. Questa differenza è più visibile tra l’altro in relazione alla parte frontale della tomaia.
   Anche per la costruzione troiana c’è una differenza di spessore fra il muro meridionale (la suola) e gli altri muri; la differenza è anche più marcata di quella dello scarpone dell’abbazia, e ai fini del confronto con C3NR constatiamo che tale differenza è chiaramente visibile in relazione alla parte frontale della tomaia.
   Per tutte e due le costruzioni si rimanda per es. alle figure 18a-b di sopra.

·  Il muro meridionale (la suola) degli scarponi è più grosso degli altri muri, differenza che è particolarmente visibile in relazione alla parte frontale della tomaia.

C.  DEFINIZIONE DELL’ELEMENTO OMOLOGO NR-bis/TR 11
Vicino alla cinta muraria, in una direzione tra i 221 e 223¼ gradi dall’origine in un settore che si estende per 18-18½ gradi, c’è una costruzione avente la forma di uno scarpone diretto verso est e con la suola più o meno parallela al muro.
   La costruzione ha una composizione in due blocchi: 1) ad ovest c’è una grande forma più o meno rettangolare (la gamba) il cui lato corto meridionale (il tacco) si unisce al resto della suola; il lato posteriore ha una lieve inclinazione in avanti (1-3 gradi); 2) dalla parte sud della gamba si estendono verso est due vani più piccoli che formano una struttura quadrilatera i cui lati più lunghi (suola e parte superiore della tomaia) sono paralleli; la parte frontale inclina indietro.
   L’altezza del piede dello scarpone è più o meno la metà dell’altezza della gamba (48-53%); la lunghezza del bordo frontale della tomaia rappresenta il 57-58% del suo bordo superiore; la relazione tra la lunghezza della pianta del piede dentro lo scarpone e l’altezza misurata dal tacco del piede fino al bordo superiore dello stesso scarpone è pari al 60-61%.
   Il muro meridionale (la suola) è più grosso degli altri muri della costruzione; tale differenza è particolarmente visibile in relazione alla parte frontale della tomaia.

Note

(1)  Si fornisce anche, per miglior identificazione, la denominazione come appare sulla pianta di Blegen (pianta TR1).

(2) Con "altezza" s’intende in questo caso naturalmente l’altezza dei blocchi visti dal di sopra.

(3) Ogni distanza rilevata (altezza, lunghezza, larghezza, ecc.) di una costruzione sarà in seguito siglata con d1, d2, d3, ecc.

(4) Siamo consci del fatto che può sembrare strano riempire di piedi umani costruzioni del Medioevo e dell’Antichità, ma è un modo per visualizzare il rapporto tra due distanze.

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