II-2.2.2.2

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II-2.2.2.2.  ELEMENTO OMOLOGO NR-bis/TR 10

Forma generale dei Territori e le rispettive cinte murarie

A.  OGGETTO DELL’ANALISI
Confrontando le piante NR2 e TR3 da un punto di vista generale possiamo constatare che ognuno dei Territori è raffigurato come uno spazio sostanzialmente chiuso orientato secondo un sistema con un asse est-ovest che parte dal punto di mezzo della porta maestra, e un asse nord-sud che attraversa il primo asse in un punto (l’origine), il quale si trova a una distanza da detta porta che corrisponde più o meno alla metà dell’altezza dei rispettivi Territori.
   I Territori sono divisi in quattro quadranti di 90 gradi ciascuno (0-90, 90-180, 180-270 e 270-360/0 gradi dall’origine) e circondati per la massima parte da una cinta muraria che esibisce una grande discontinuità nella parte settentrionale.(1)
   Nella sezione che segue guarderemo più da vicino le rispettive cinte murarie.

B.  ANALISI COMPARATIVA
La parte occidentale in generale (B1) – Le tre grandi parti murali del secondo quadrante (B2) – Il muro settentrionale del quarto quadrante (B3) – Definizione dell’elemento omologo NR-bis/TR 10 (C).

B1.  LA PARTE OCCIDENTALE IN GENERALE
Prima di cominciare l’esame dobbiamo precisare che mentre la cinta muraria dell’abbazia evidentemente risale a un solo periodo di tempo, quella troiana è stata costruita in differenti epoche della storia della città. Riferendoci alla pianta IX, "Main archeological layers ecc." (che ha un orientamento normale), si vede che ci sono resti di tre cinte: quella originale di Troia I, quella circolare di Troia II e quella più massiccia di Troia VI, la quale copre grosso modo metà del perimetro della città. Detto ciò procediamo all’analisi effettiva.
   Mentre le parti orientali delle due cinte sembrano inconciliabili (ad eccezione delle sezioni rettilinee del punto B2 più sotto), le parti occidentali si prestano più facilmente a un confronto fruttuoso. Infatti, se consideriamo in primo luogo le due parti nella loro estensione verso ovest si vede che hanno ambedue una forma che rassomiglia grosso modo a un semicerchio (cfr. le figure 9a-b di sotto).
   Nelle parti meridionali di questi "semicerchi" si può anche constatare che il muro sud (indicato con M2 in tutti e due i casi) è praticamente parallelo all’asse est-ovest. Sulla pianta NR2 c’è però un’esigua deviazione dalla linea orizzontale in quanto l’angolo tra la linea del muro e l’asse nord-sud è pari a 91 gradi, il che significa che il muro, se si parte da est, inclina di 1 grado in giù:

Fig. 9a





Inclinazione in giù del muro M2 rispetto all’asse est-ovest (a partire dall’asse verticale) = 1 grado
Anche il muro meridionale della cinta muraria troiana ha un’esigua deviazione dalla linea orizzontale. In questo caso è più difficile arrivare a un valore esatto perché i bordi sia interni che esterni non sono perfettamente retti. Facendo un’approssimazione si arriva comunque a un’inclinazione di 1-2 gradi in su partendo da est, in quanto l’angolo tra la parte murale e l’asse nord-sud ha un valore di 88-89 gradi:

Fig. 9b







Inclinazione in su del muro M2 rispetto all’asse est-ovest (a partire dall’asse verticale) = 1-2 gradi

·  Le parti occidentali delle cinte murarie hanno una forma che nella loro estensione verso ovest rassomiglia grosso modo a un semicerchio con la parte meridionale praticamente parallela all’asse orizzontale (con una deviazione di 1-2 gradi in su o in giù a partire da est).

B2.  LE TRE GRANDI PARTI MURALI DEL SECONDO QUADRANTE
La sezione della cinta del secondo quadrante dell’abbazia può essere divisa in tre grandi parti (fig. 10a). Concentrandoci sulla parte in mezzo (M1), che è rettilinea (come le altre parti), constatiamo che essa ha un’inclinazione di 34 gradi rispetto all’asse nord-sud:

Fig. 10a




Inclinazione di M1 (lati rettilinei) rispetto all’asse nord-sud = 34 gradi

Nel secondo quadrante della pianta TR3 la cinta si presenta con una considerevole irregolarità. Se ne possono tuttavia distinguere tre grandi parti di cui quella in mezzo (M1) è per la massima parte rettilinea:

Fig. 10b






Inclinazione di M1 (lati rettilinei) rispetto all’asse nord-sud = 34 gradi

(Per la "strana" congiunzione tra M1 e la terza parte, essa dipende dal fatto che le prime due parti risalgono a Troia II mentre la terza appartiene a Troia VI e continua quella vecchia che a livello della giuntura prosegue verso ovest, cfr. TR3.)
   Osservando più da vicino la parte M1 constatiamo prima che essa è per la massima parte rettilinea. Volendo poi misurare l’inclinazione della sezione rettilinea rispetto all’asse nord-sud, arriviamo allo stesso valore della parte corrispondente della cinta dell’abbazia, cioè 34 gradi. (Si precisa che non fa differenza se facciamo la rilevazione lungo il bordo esterno o interno.)

·  Della cinta muraria del secondo quadrante si individuano i tutti e due i casi tre grandi parti, di cui quella in mezzo è rettilinea lungo tutta o quasi tutta la sua estensione. L’inclinazione tra le rispettive sezioni rettilinee e l’asse nord-sud è pari a 34 gradi.

B3.  IL MURO SETTENTRIONALE (M3) DEL QUARTO QUADRANTE
Direzione del punto esterno più occidentale (B3.1) – La fonte nell’angolo (B3.2) .

B3.1.  DIREZIONE DALL’ORIGINE DEL PUNTO ESTERNO PIÙ OCCIDENTALE
Sulla pianta NR2 la direzione dall’origine del punto esterno più occidentale del muro è pari a 315 gradi:

Fig. 11a



Direzione del punto esterno più occidentale = 315 gradi dall’origine.

Quasi la stessa direzione dall’origine si rileva per il corrispondente punto del muro troiano(2):

Fig. 11b


Direzione del punto esterno più occidentale = 316 gradi dall’origine.
·  I punti esterni più occidentali dei muri settentrionali del quarto quadrante si trovano in una direzione di 315-316 gradi dall’origine.

B3.2.  LA FONTE VICINO AL MURO
Il Terzo giorno (notte) Guglielmo e Adso vanno ai balnea per cercare il corpo morto di Berengario. Entrano e cominciano il sopralluogo. Nell’ultima vasca, dietro una tenda, trovano il cadavere (Nome, p. 259). Sulla pagina precedente del romanzo Adso ha già fatto una descrizione dell’interno della costruzione:
Riparate l’una dall’altra mediante ampie tende, stavano delle vasche, non ricordo quante. I monaci le usavano per la loro igiene ... Severino li usava per ragioni terapeutiche ... Un camino in un angolo permetteva facilmente di scaldare l’acqua. Lo trovammo sporco di cenere fresca, e vi giaceva davanti un gran calderone rovesciato. L’acqua era attingibile da una fonte in un angolo. (p. 258)
Nei balnea c’era quindi, in un angolo, una fonte. Ma dove essa esattamente si trovasse è difficile da stabilire. Per i nostri fini basta constatare che i balnea avevano una posizione vicino al muro settentrionale, o più precisamente, in prossimità del capo occidentale dello stesso muro. E la fonte nell’angolo ha (naturalmente) la stessa definizione.

Fig. 12a




In prossimità a un capo del muro, in un angolo (dentro ai balnea), si trova una fonte.

(Per quanto riguarda la struttura annessa al muro nord dei balnea si può del resto sospettare che essa avesse qualcosa a che fare con la fonte dentro la costruzione, a meno che non fosse solo una struttura per lo scarico dell’acqua usata.)
   Sulla pianta TR3, vicino al capo orientale del muro settentrionale, si vede una struttura quadratica che secondo Wikipedia inglese è una "Well-cistern", cioè una fonte e insieme cisterna.

Fig. 12b



In prossimità a un capo del muro, in un angolo (del complesso strutturale vicino), si trova una fonte.
Considerande anche la grande struttura (una torre) che quasi la circonda, possiamo precisare che rispetto a tale struttura la fonte/cisterna, si trova in un angolo.

·  In tutti e due i casi si trova in prossimità ad uno dei capi del muro, in un angolo, una fonte.

C.  DEFINIZIONE DELL’ELEMENTO OMOLOGO NR-bis/TR 10
Il Territorio occupa uno spazio sostazialmente chiuso avente un sistema di orientamento di base con un asse est-ovest che parte dal punto di mezzo della porta maestra, nonché un asse nord-sud che attraversa il primo asse in un punto (l’origine) il quale da detta porta si trova a una distanza corrispondente più o meno alla metà dell’altezza del Territorio stesso.
   È diviso in quattro quadranti di 90 gradi ciascuno (0-90, 90-180, 180-270 e 270-360/0 gradi dall’origine) e circondato per la massima parte da una cinta muraria che ha una grande discontinuità nella parte settentrionale e di cui la parte occidentale (terzo e quarto quadrante) ha una forma che nella sua estensione verso ovest rassomiglia grosso modo a un semicerchio con la parte meridionale praticamente parallela all’asse orizzontale (con una deviazione di 1-2 gradi in su o in giù a partire da est).
   Della cinta del secondo quadrante si individuano tre grandi parti di cui quella in mezzo è rettilinea lungo tutta o quasi tutta la sua estensione. L’inclinazione tra la sezione rettilinea e l’asse verticale è pari a 34 gradi.
   Il punto esterno più occidentale del muro settentrionale del quarto quadrante si trova in una direzione di 315-316 gradi dall’origine. In prossimità di uno dei capi dello stesso muro, in un angolo, si trova una fonte.

*
Per altre due parti della cinta muraria che stanno a base di corrispondenze topografiche, rimandiamo a II-2.2.2.5, punto B1, e II-2.2.2.7, punto B1.

Note

(1)  Per quanto riguarda la cinta dell’abbazia è naturalmente l’Edificio a romperne la continuità. Nel caso del Territorio di Troia la discontinuità della cinta dipende dal fatto che quando la città fu fortificata nel periodo VI con una cinta esteriore verso est, sud e ovest, non fu sentito, come pare, il bisogno di connettere, mediante muri massicci, la nuova cinta con la vecchia (cfr. pianta IX, "Main archeological layers ecc."). Forse si riteneva escluso ogni attacco nemico da quella parte dove il terreno era più scosceso (cfr. pianta VIII, "Burg Troja")?

(2)  Notiamo che se invece lasciamo passare la linea attraverso l’altro punto della flessione angolata, la sua direzione dall’origine si rileva anche più consona alla direzione della lineaNR, cioè 315 gradi.

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