II-2.3

Cap. II-1.1   II-1.2   II-2.1   II-2.2.1.1   II-2.2.1.2   II-2.2.1.3   II-2.2.1.4   II-2.2.1.5   II-2.2.1.6   II-2.2.1.7   II-2.2.1.8   II-2.2.2.1   II-2.2.2.2   II-2.2.2.3   II-2.2.2.4   II-2.2.2.5   II-2.2.2.6   II-2.2.2.7   II-2.2.2.8   II-2.2.2.9   II-2.3   II-3
Indice   I parte   II parte   III parte   Digressioni   Tabelle   Piante   Elenchi   Bibliografia

II-2.3.  RIASSUNTO DEI CAPITOLI FIN QUI TRATTATI DELLA SECONDA PARTE, DEFINIZIONE DELLA STRUTTURA OMOLOGA NR-bis/TR, CONCLUSIONE DEL CAPITOLO

La struttura omologa NR-bis/DC (1)  –  Conclusioni preliminari (2)  –  Quattro riassunti (3)  –  Avvenimenti (scene, episodi, momenti) (3A)  –  Personaggi (3B)  –  Costruzioni (3C)  –  Oggetti ed altre cose inanimate (3D)  –  Conclusioni generali sulla struttura omologa NR-bis/TR (4).

1.  La struttura omologa NR-bis/DC
In questa prima sezione faremo un riassunto di tutti gli elementi omologhi che insieme formano la struttura omologa definita in questa Seconda parte. Abbiamo così:

– STRUTTURA OMOLOGA NR-bis/TR –

La struttura consiste di un elemento omologo di base più 16 elementi complementari distribuiti in due serie: quelli che si basano su confronti tra ciò che accade nelle Sette unità di tempo (elementi drammatici), e quelli definiti a partire da corrispondenze tra strutture topografiche dei due Territori (elementi topografici).

1.  Elemento omologo 1 (di base)Le Sette unità di tempo e il teatro delle vicende
Nel corso di Sette unità di tempo accade una serie di vicende più o meno drammatiche in o presso (apud) un territorio costruito intorno a una rocca originaria e fortificato con grandi mura (il Territorio). La distanza massima da un muro all’altro del Territorio non supera i 350 metri. Il Territorio è situato su una collina che dista al massimo 20 chilometri dal mare, il quale è anche visibile dalla collina. Tra i costruttori del Territorio c’erano anche quelli che avevano grande familiarità con la terra e con il cielo.
   La funzione di capo supremo del Territorio durante o poco prima delle Sette unità di tempo compete a un uomo vecchio che ha, metaforicamente o meno, molti figli (50-60) di sesso maschile. Ha curato il trasporto della salma di un personaggio famoso e muore in relazione alla distruzione catastrofale del suo Territorio, ucciso da un omicida spietato.
   L’uccisore è caratterizzato, in senso figurato o meno, dal colore del fuoco rosso. Ha agito, da solo o in compagnia, affinché fossero portati da lontano al Territorio oggetti preziosi e di grande fama. Muore in modo drammatico.
   Nella parte centrale del Territorio si trova sottoterra, in uno spazio a fondo cieco, un grande tesoro composto tra l’altro da questi oggetti: un contenitore con oggetti di meravigliosa bellezza, ornamenti del capo in oro tempestati di gemme, un oggetto di una lega metallica a base di argento, diversi oggetti d’argento, diverse figure in metallo prezioso tra cui uno o più animali di simbolismo religioso, altri oggetti di vari metalli.

2.  Elementi complementari
2.1.  Ciò che accade nelle Sette unità di tempo (elementi drammatici)

·  Elemento omologo 2L’esordio pacifico
Nella Prima unità di tempo si assiste a una scena in vista del Territorio, nella quale si presentano due personaggi in un’atmosfera calma e pacifica. Uno dei personaggi è un rappresentante della sapienza. Nel corso della scena si avverte un momento di meraviglia per quello che ha affermato il personaggio sapiente, una meraviglia tale da spingere l’altro a porgere delle domande.

·  Elemento omologo 3Il corpo disteso per terra
Nella Seconda unità di tempo si vede una persona distesa per terra, attorno alla quale si radunano gradualmente altre persone di uno stesso sesso le quali sono spaventate e commentano a viva voce quello che accade sulla scena.
   La persona per terra ha i capelli rasati, si trova in uno stato miserabile ed è senza vita o pare esserlo; è stata portata dai suoi luoghi abituali al posto della scena; ha o ha avuto la capacità di pensare in greco.

·  Elemento omologo 4Le pessime notizie
Nella Terza unità di tempo una persona viene avanti con passi spediti per recare pessime notize le quali provocano una forte reazione emozionale da parte di chi le riceve. Il latore delle notizie è una persona vittoriosa.

·  Elemento omologo 5La danza della figlia del principe
Terza unità di tempo. Una donna appare che all’inizio della scena porta un lume. È figlia di un principe e sposerà un re. Cade o è già caduta in estasi, esegue una danza nuziale ed usa il fuoco come simbolo dell’amore.

·  Elemento omologo 6Il ricordo della persona amata
Quarta unità di tempo. Si assiste a una scena in cui una persona ha un buon ricordo dell’immagine di un’altra persona amata affermando di non doverla mai dimenticare. Per la persona amante l’altra persona è un rappresentante del Buono. Per descrivere la nostalgia affettuosa usa la similitudine dell’animale da tiro che sente la mancanza del compagno di lavoro. L’unione con la persona amata aveva per la persona amante due lati opposti di cui uno era positivo e l’altro negativo. Unendosi carnalmente con la persona amata la persona amante era vergine.

·  Elemento omologo 7Il processo
Nella Quinta unità di tempo si assiste a un processo alla cui fine l’imputato è portato via dalla scorta dell’accusatore il quale annuncia che sarà condotto in un paese straniero per esservi giustiziato; l’accusatore viene dallo stesso paese, da una città situata molto lontano dal Terrritorio, ad occidente; all’arrivo è accompagnato da soldati ed ha una duplice agenda.
   Sul conto dell’imputato si possono registrare le seguenti caratteristiche: viveva sul Territorio da una diecina di anni, aveva gusto per la buona vita, era una persona lussoriosa. Ha avuto una vita agitata caratterizzata da incertezze, entusiasmi e delusioni, viltà e tradimenti.
   Per difendersi nel processo l’imputato sviluppa una loquacità notevole, accusa altri e s’inginocchia davanti all’accusatore.

·  Elemento omologo 8I riti funebri del principe caduto
Nella Sesta unità di tempo si assiste a una scena in cui si esegue un rito funebre per un morto che giace ornato su una struttura abbastanza grande da fungere come letto funebre; sul conto del defunto si registra che era in vita un principe, morto dopo una caduta pesante; in seguito a quello che causò la morte aveva il volto malridotto e delle dita sfigurate.

·  Elemento omologo 9La tragedia consumata
Nella Settima unità di tempo avviene la scena che conclude il dramma e lo fa in un ambiente di fiamme, fumo e venti. Si sentono grida di dolore e verso la fine si vede una persona in ginocchio, vittima, col capo ferito e i capelli rasati, che si rivolge disperato, gesticolando con le mani, alle potenze occulte. La fine è caratterizzata dalla presenza di fuoco, da un grande fragore, da suoni alti ed acuti, e tutt’attorno c’è un grande sconvolgimento.

2.2.  La topografia del Territorio (elementi topografici)

NB. Come abbiamo già segnalato in II-2.2.2.1, sez. C, bisogna sottintendere un "circa" per le gradazioni e le percentuali negli elementi che seguono (a meno che i valori non siano già marcati come approssimativi).

·  Elemento omologo 10Forma generale del Territorio e la cinta muraria
Il Territorio occupa uno spazio sostazialmente chiuso avente un sistema di orientamento di base con un asse est-ovest che parte dal punto di mezzo della porta maestra, nonché un asse nord-sud che attraversa il primo asse in un punto (l’origine) il quale da detta porta si trova a una distanza corrispondente più o meno alla metà dell’altezza del Territorio stesso.
   È diviso in quattro quadranti di 90 gradi ciascuno (0-90, 90-180, 180-270 e 270-360/0 gradi dall’origine) e circondato per la massima parte da una cinta muraria che ha una grande discontinuità nella parte settentrionale e di cui la parte occidentale (terzo e quarto quadrante) ha una forma che nella sua estensione verso ovest rassomiglia grosso modo a un semicerchio con la parte meridionale praticamente parallela all’asse orizzontale (con una deviazione di 1-2 gradi in su o in giù a partire da est).
   Della cinta del secondo quadrante si individuano tre grandi parti di cui quella in mezzo è rettilinea lungo tutta o quasi tutta la sua estensione. L’inclinazione tra la sezione rettilinea e l’asse verticale è pari a 34 gradi.
   Il punto esterno più occidentale del muro settentrionale del quarto quadrante si trova in una direzione di 315-316 gradi dall’origine. In prossimità di uno dei capi dello stesso muro, in un angolo, si trova una fonte.

·  Elemento omologo 11Lo "scarpone"
Vicino alla cinta muraria, in una direzione tra i 221 e 223¼ gradi dall’origine in un settore che si estende per 18-18½ gradi, c’è una costruzione avente la forma di uno scarpone diretto verso est e con la suola più o meno parallela al muro.
   La costruzione ha una composizione in due blocchi: 1) ad ovest c’è una grande forma più o meno rettangolare (la gamba) il cui lato corto meridionale (il tacco) si unisce al resto della suola; il lato posteriore ha una lieve inclinazione in avanti (1-3 gradi); 2) dalla parte sud della gamba si estendono verso est due vani più piccoli che formano una struttura quadrilatera i cui lati più lunghi (suola e parte superiore della tomaia) sono paralleli; la parte frontale è inclinata indietro.
   L’altezza del piede dello scarpone è più o meno la metà dell’altezza della gamba (48-53%); la lunghezza del bordo frontale della tomaia rappresenta il 57-58% del suo bordo superiore; la relazione tra la lunghezza della pianta del piede dentro lo scarpone e l’altezza misurata dal tacco del piede fino al bordo superiore dello stesso scarpone è pari al 60-61%.
   Il muro meridionale (la suola) è più grosso degli altri muri della costruzione; tale differenza è particolarmente visibile in relazione alla parte frontale della tomaia.

·  Elemento omologo 12La costruzione con la grande apertura
Presso la parte centrale del muro di cinta meridionale, un po’ verso ovest, si trova una costruzione che occupa uno spazio sostanzialmente rettangolare ed è dotata di una grande apertura di una forma praticamente rettangolare la cui ampiezza è pari al 44-46% della lunghezza di tutta la costruzione, e con una profondità che rappresenta il 22-23% della stessa lunghezza.
   La costruzione è orientata parallelamente o quasi all’asse est-ovest e una delle sue linee settoriali ha una direzione di 186 gradi dall’origine; visto dal di sopra, il muro in contatto con la linea settoriale dei 186 gradi ha una lieve inclinazione verso ovest pari a 2 gradi rispetto all’asse nord-sud.
   Ha un muro interno nella parte occidentale la cui larghezza, misurata a partire dal centro del muro nord, è pari al 64-65% della lunghezza, rilevata sull’asse principale dello spazio rettangolare della costruzione.
   Il muro interno è posto parallelamente ai lati corti dello spazio rettangolare della costruzione; il suo punto di mezzo si trova a una distanza del 73% della già rilevata lunghezza a partire dal bordo esterno del muro orientale; la lunghezza del muro corrisponde più o meno esattamente all’ampiezza della grande apertura.

·  Elemento omologo 13La costruzione oblunga
Presso l’origine del Territorio c’è una costruzione oblunga attraversata in tutto o in parte dall’asse est-ovest e il cui ingresso è rivolto verso ovest; rispetto alla parte posizionata sull’asse nord-sud della cinta muraria settentrionale la costruzione ha una lieve inclinazione pari a 5 gradi.
   La larghezza del corpo centrale della costruzione è pari al 27% della lunghezza del muro principale nord misurata sul bordo esterno.
   Dentro la costruzione c’è un muro che divide lo spazio interno in due parti; tra questo muro e il muro principale sud si apre un passaggio.

·  Elemento omologo 14La doppia casa
A sud della costruzione oblunga presso l’origine, più o meno parallelamente ad essa, c’è una costruzione che occupa uno spazio sostanzialmente rettangolare ed ha la porta maestra ad ovest. La sua larghezza rappresenta il 36-37% della lunghezza.
   Dentro la costruzione si vede la struttura di una costruzione più vecchia il cui muro settentrionale coincide in parte con il muro settentrionale della più grande costruzione.

·  Elemento omologo 15La casa del sonno
In una direzione tra est-sud-est e sud-est dall’origine si trova una costruzione quadrilatera oblunga; da uno dei suoi lati corti partono due muri supplementari i quali sono paralleli ai muri lunghi e hanno una porta in mezzo (l’entrata principale); rispetto alla parte rettilinea attraversata dall’asse est-ovest della cinta muraria orientale la costruzione ha una inclinazione di 13 gradi. È una casa dedicata al sonno in senso figurato o meno.
   La larghezza del corpo centrale rappresenta il 38-39% della lunghezza inclusi i muri supplementari.
   L’entrata tra i muri supplementari ha una posizione che tende visibilmente verso ovest; prima dell’entrata principale, sul lato ovest, si trova un piccolo vano sostanzialmente quadrilatero con due muri in comune con la costruzione stessa.
   L’angolo tra il bordo esterno della parte orientale del muro corto e l’asse principale della costruzione non è più retto ma aumentato di circa 2-3 gradi; l’ultima parte del muro lungo orientale non è più in linea con l’asse del resto del muro.

·  Elemento omologo 16La casa delle due colonne
In prossimità della porta maestra del Territorio c’è una costruzione più o meno quadrilatera avente due colonne poste in riga in mezzo a una grande stanza rettangolare interna. La direzione della costruzione è pari a 262½-264½ gradi dall’origine;
   Il muro esterno occidentale è più o meno parallelo alla sezione vicina della cinta muraria. Uno dei muri esterni è visibilmente più grosso degli altri.
   La larghezza interna della grande stanza è pari a circa il 64% della larghezza esterna.

·  Elemento omologo 17Il complesso triplice
Nella parte nord-ovest del Territorio si trova un complesso strutturale composto da tre unità posizionate l’una accanto o unitamente all’altra, le quali seguono più o meno da vicino la curva del muro di cinta: unità A-C. L’asse centrale dell’unità più a sud (A) devia visibilmente rispetto all’asse centrale dell’unità in mezzo (B), e l’unità settentrionale (C) è meno lunga delle altre. La direzione del complesso varia tra 297 e 298¾ gradi dall’origine e lo spazio settoriale si estende per 30-32½ gradi. Vicino all’unità C c’è un’altra costruzione la cui larghezza massima, inclusi eventuali annessi, è pari al 52-54% della sua lunghezza massima.

2.  Conclusioni preliminari
La nostra analisi è dunque sfociata in una struttura omologa divisa in tre parti: 1 elemento di base, 8 elementi che partono da vicende accadute durante le Sette unità di tempo (gli elementi drammatici) e altri 8 elementi definiti in base a strutture topografiche dei Territori (gli elementi topografici).
   Confrontando questa struttura omologa con quella NR/DC, la sua complessità è chiaramente minore, ma ciò dipende soprattutto dal fatto che la prima struttura omologa non solo si sviluppa lungo un arco temporale molto più complesso (prima, durante e dopo i Sette giorni + riferimenti in molti casi alle ore dei rispettivi giorni + il cambiamento di calendario in mezzo alla terra nella Divina Commedia), ma ha anche legami con le sette trombe apocalittiche che formano una serie parallela condizionando in parte l’iter drammatico del romanzo su cui si basano gli elementi omologhi NR/DC.(1) Dall’altro canto gli elementi topografici della nuova struttura omologa contengono particolari di una mole che rende alcuni degli elementi definiti abbastanza "pesanti". Questo dipende dal fatto che – a differenza della struttura NR/DC – il confronto si basa prevalentemente su angoli, posizioni, direzioni, ragioni e altre misure numeriche reperite e registrate su due piante dettagliate, cosa che rende più semplice indagare su eventuali corrispondenze. Ma per le piante dell’abbazia e della città di Troia bisogna menzionare che prima di disporre di piante operabili per un confronto effettivo abbiamo dovuto, per la pianta di Troia, scegliere quale pianta usare e in quale forma; poi abbiamo dovuto sottoporre tutte e due le piante (abbazia e Troia) a una serie di operazioni precise per arrivare a due piante ugualmente orientate. Tutto questo processo costituisce un procedimento complesso che non si vede guardando la sola struttura omologa, ma esiste come presupposto per la definizione della serie degli elementi topografici. Tenendo conto di quest’ultimo fatto non è quindi fuori luogo affermare che anche la struttura omologa NR-bis/TR è di una complessità avanzata, seppur diversa.
   Considerando la serie di elementi drammatici (nn. 2-9) dal punto di vista cronologico possiamo constatare che sono distribuiti abbastanza equamente, il che si vede in questa sintesi:

un elemento per la Prima unità di tempo (n. 2)
un elemento per la Seconda unità di tempo (n. 3)
due elementi per la Terza unità di tempo (nn. 4-5)
un elemento per la Quarta unità di tempo (n. 6)
un elemento per la Quinta unità di tempo (n. 7)
un elemento per la Sesta unità di tempo (n. 8)
un elemento per la Settima unità di tempo (n. 9)
Per la struttura omologa NR/DC ci siamo domandati se la struttura fosse consumata o meno nel senso che avesse un chiaro inizio, una serie di vicende nel mezzo e un elemento avente un chiaro carattere di finale.(2) Abbiamo risposto affermativamente, ciò che siamo propensi a fare anche per la struttura NR-bis/TR: ci riferiamo agli elementi omologhi 2 (inizio), 3-8 (elementi di mezzo) e 9 (elemento finale), i quali nel loro insieme sembrano del tutto conformi a una struttura consumata nel predetto senso.
   Nella sezione più sotto faremo una rassegna degli avvenimenti (scene, episodi, momenti) su cui si basano gli elementi omologhi drammatici per determinare in quale misura essi coprano gli episodi delle due opere iniziali.
   Ma nella struttura omologa definita c’è anche una grande parte di elementi topografici; anzi, il loro numero (10-17) è lo stesso degli elementi drammatici (2-9). La parte topografica ha senza dubbio un carattere astratto o asciutto, nel senso che non porta granché alla parte drammatica: ci si potrebbe per questo domandare perché l’autore del Nome della rosa si sia permesso di creare (o lasciare creare) una pianta dell’abbazia che dia luogo a tante corrispondenze con il territorio di Troia (secondo la pianta scelta e i procedimenti per adattarla a un confronto). Per stabilire un solido legame tra la pianta scelta e quella dell’abbazia, sarebbe infatti bastato dare le fondamenta per la definizione di solo alcuni degli elementi topografici. Non abbiamo una buona risposta a tale domanda. Forse egli voleva che le due strutture omologhe in base rispettivamente alla Divina Commedia e alle Troiane avessero più o meno lo stesso volume, o forse voleva creare questa lunga serie di corrispondenze in potentia per escludere l’ipotesi che il legame tra le piante fosse ritenuta fortuita (una o due corrispondenze potevano essere casuali, ma non tanta mole)? O forse era preso da una creatività gioiosa che non si poteva frenare, costringendo o addirittura sfidando i lettori a percorrere una gita indagatoria assai faticosa?
   Per gli elementi topografici vedremo più sotto in quale misura le costruzioni più importanti o vistose delle piante abbiano contribuito alla definizione degli elementi omologhi topografici.

3.  Quattro riassunti
In questa sezione faremo quattro riassunti in forma di tabelle. Il primo (A) riguarda gli avvenimenti (scene, episodi, momenti) che stanno a base della definizione degli elementi omologhi drammatici (2-9). Nel riassunto B verranno elencati i personaggi che appaiono nelle due strutture d’origine NR-bis e TR, quelli cioè che sono legati agli elementi drammatici e all’elemento di base. Il riassunto C è dedicato alle costruzioni (case, complessi, altre strutture) su cui si basa la definizione degli elementi omologhi topografici. Il riassunto D riguarda oggetti ed altre cose inanimate che figurano in un modo o nell’altro nell’analisi.
   Cominciamo con il riassunto degli avvenimenti.

A.  AVVENIMENTI (SCENE, EPISODI, MOMENTI)
In ordine secondo le Sette unità di tempo in cui sono divise le due strutture d’origine.

Struttura NR-bis
Struttura TR
Riferimento
1)  La scena con Guglielmo e Adso che si avvicinano all’abbazia.
Primo giorno.
Poseidone e Atena appaiono in vista della città di Troia conquistata dai greci.
Prima unità di tempo.
II-2.2.1.1
(L’esordio pacifico)
2)  Il morto Venanzio giace al suolo vicino all’orcio di sangue, intorno al quale si radunano i monaci.
Secondo giorno.
Ecuba giace sul terreno attorno alla quale si raduna il coro delle troiane.
Seconda unità di tempo.
II-2.2.1.2
(Il corpo disteso per terra)
3)  Nicola da Morimondo viene correndo a recare pessime notizie.
Terzo giorno.
Taltibio viene con passi spediti ad annunciare le sorti crudeli delle troiane.
Terza unità di tempo.
II-2.2.1.3
(Le pessime notizie)
4)  Adso incontra nella cucina dell’Edificio la ragazza senza nome la quale viene da lui identificata come Sullamita, la sposa di Salomone del Cantico de’ Cantici.
Terzo giorno, dopo la scena con Nicola da Morimondo.
Cassandra appare improvvisamente sulla scena, facendo i passi di una danza nuziale perché diventerà sposa di Agamennone.
Terza unità di tempo, dopo la scena con Taltibio.
II-2.2.1.4
(La danza della figlia del principe)

5)  Passeggiando sul pianoro Adso pensa intensamente all’amata fanciulla.
Quarto giorno.
Andromaca ha il suo grande discorso in memoria di Ettore, il marito amato.
Quarta unità di tempo.
II-2.2.1.5
(Il ricordo della persona amata)
6)  Si assiste al processo a Remigio.
Quinto giorno.
Il processo ad Elena accusata da Menelao, suo marito.
Quinta unità di tempo.
II-2.2.1.6
(Il processo)

7)  Si celebra in chiesa il funerale di Malachia.
Sesto giorno.
Il rito funebre per Astianatte lanciato dalle mura della città.
Sesta unità di tempo.
II-2.2.1.7
(I riti funebri del principe caduto)
8)  Ecpirosi con fiamme e distruzione totale dell’abbazia.
Settimo giorno.
La città di Troia viene incendiata e distrutta a fondo dai soldati greci.
Settima unità di tempo.
II-2.2.1.8
(La tragedia consumata)

In base alla tabella si può concludere variamente ma vogliamo in primo luogo sottolineare che gli avvenimenti coprono episodi, scene o momenti importanti del racconto generale del Nome della rosa. Infatti, a sette degli otto avvenimenti si allude in un modo o nell’altro nelle didascalie dei sottocapitoli dei Sette giorni, come si vede in questa tabella:

Avvenimenti
Didascalia nel Nome della rosa
1)  La scena con Guglielmo e Adso che si avvicinano all’abbazia.
Primo giorno.
"Dove si arriva ai piedi dell’abbazia e Guglielmo dà prova di grande acume"
Primo giorno, prima (Nome, p. 29)
2)  Il morto Venanzio giace al suolo vicino all’orcio di sangue, intorno al quale si radunano i monaci.
Secondo giorno.
"Dove poche ore di mistica felicità sono interrotte da un sanguinosissimo evento"
Secondo giorno, mattutino (Nome, p. 109)
4)  Adso incontra nella cucina dell’Edificio la ragazza senza nome la quale viene da lui identificata come Sullamita, la sposa di Salomone del Cantico de’ Cantici.
Terzo giorno.
"e poi gli accade [ad Adso] di avere un incontro con una fanciulla bella e terribile come un esercito schierato a battaglia"
Terzo giorno, dopo compieta (Nome, p. 224)
5)  Passeggiando sul pianoro Adso pensa intensamente all’amata fanciulla.
Quarto giorno.
"Dove Adso si dibatte nei patimenti d’amore"
Quarto giorno, terza (Nome, p. 280)
6)  Si assiste al processo a Remigio.
Quinto giorno.
"Dove si amministra la giustizia e si ha l’impressione che tutti abbiano torto"
Quinto giorno, nona (Nome, p. 373)
7)  Si celebra in chiesa il funerale di Malachia.
Sesto giorno.
"Dove Adso, ascoltando il ’Dies irae’, ha un sogno o visione che dir si voglia" [durante il funerale di Malachia]
Sesto giorno, terza (Nome, p. 428)
8)  Ecpirosi con fiamme e distruzione totale dell’abbazia.
Settimo giorno.
"Dove avviene l’ecpirosi e a causa della troppa virtù prevalgono le forze dell’inferno"
Settimo giorno, notte (Nome, p. 483)

È solo l’avvenimento 3 ("Le pessime notizie", l’episodio con Nicola che viene a recare le notizie circa le lenti rotte), a cui non si allude nelle didascalie del libro. Ma ciò non significa che si tratti di un episodio di minor rilevanza perché quel giorno, a causa delle lenti distrutte, Guglielmo non poteva più indagare sui delitti misteriosi: "Un’altra giornata perduta, convenne amaramente Guglielmo" (Nome, p. 216). Adso scrive qualche riga di sotto: "Ci sentivamo a un punto morto" (ibid.).
   Quindi, tutti gli avvenimenti sono da considerare rilevanti, alcuni perfino molto centrali per la trama del romanzo, come "l’esordio pacifico", "la danza della figlia del principe" e "la tragedia consumata", il finale. Per non parlare del "processo", un dramma giuridico del tutto eccezionale.
   Per gli avvenimenti delle Troiane è più facile indagare sulla loro rilevanza relativamente alla totalità del dramma perché il volume della tragedia è molto limitato rispetto al Nome della rosa, e molto più ancora rispetto alla miriade di episodi e scene della Divina Commedia.
   Nella tabella seguente si vede in che misura gli avvenimenti "drammatici" coprano lo sviluppo delle Troiane come l’abbiamo esposto nella tabella IX.

Avvenimenti
Corrispondenze nelle Troiane
1)  La scena con Guglielmo e Adso che si avvicinano all’abbazia.
Primo giorno.
Apparizione di Poseidone e Atena e il loro colloquio
Prima parte (Prologo).
2)  Il morto Venanzio giace al suolo vicino all’orcio di sangue, intorno al quale si radunano i monaci.
Secondo giorno.
I lamenti di Ecuba giacente e del coro circostante.
Seconda parte (I "atto").
3)  Nicola da Morimondo viene correndo a recare pessime notizie.
Terzo giorno.
Taltibio viene con il messaggio crudele che le troiane devono essere sorteggiate tra i greci vincitori
Terza parte (II "atto").
4)  Adso incontra nella cucina dell’Edificio la ragazza senza nome la quale viene da lui identificata come Sullamita, la sposa di Salomone del Cantico de’ Cantici.
Terzo giorno (dopo l’episodio con le pessime notizie di Nicola).
Apparizione di Cassandra estatica e la sua danza.
Terza parte (II "atto", dopo l’episodio con Taltibio).
5)  Passeggiando sul pianoro Adso pensa intensamente all’amata fanciulla.
Quarto giorno.
Il canto affettuoso di Andromaca in memoria di Ettore
Quarta parte (III "atto").
6)  Si assiste al processo a Remigio.
Quinto giorno.
Il processo: Menelao contro Elena.
Quinta parte (IV "atto").
7)  Si celebra in chiesa il funerale di Malachia.
Sesto giorno.
I riti funebri per il morto Astianatte.
Sesta parte (V "atto").
8)  Ecpirosi con fiamme e distruzione totale dell’abbazia.
Settimo giorno.
Lamenti e la città è distrutta.
Settima parte (VI "atto", finale).

Dalla tabella si conclude che otto dei tredici episodi delle Troiane (secondo la nostra esposizione nella citata tabella) sono coperti dagli elementi "drammatici", e ognuna delle sette parti è rappresentata da almeno un episodio. Non è quindi esagerato affermare che la copertura è buona.
   Lasciamo ora gli avvenimenti per fare un riassunto dei vari personaggi che appaiono nell’analisi, incluso l’elemento omologo di base:

B.  PERSONAGGI
Elencati secondo la loro posizione nell’analisi. Si osservi che alcuni dei personaggi possono giocare più parti.

Struttura NR-bis
Struttura TR
Riferimento
Abbone (capo supremo dell’abbazia).
Priamo (capo supremo di Troia fino alla conquista della città).
II-2.1: B5
(I capi supremi)
Jorge (che uccide Abbone).
Neottolemo (che uccide Priamo).
II-2.1: B5.3.2
(Gli uccisori)
Adso e Guglielmo (che appaiono in vista dell’abbazia).
Poseidone e Atena (che appaiono in vista di Troia conquistata).
II-2.2.1.1
(L’esordio pacifico)
Venanzio (morto, disteso per terra).
Ecuba (viva ma distesa per terra).
II-2.2.1.2
(Il corpo disteso per terra)
Un gruppo di monaci (che si radunano attorno al morto Venanzio).
I due semicori di troiane (che si radunano intorno a Ecuba giacente sul terreno).
II-2.2.1.2
(Il gruppo di monaci nell’in-troduzione)
Nicola da Morimondo (recante pessime notizie).
Taltibio (recante pessime notizie).
II-2.2.1.3
(Le pessime notizie)
Guglielmo e Adso (che ricevono le pessime notizie).
Le troiane (che ricevono le pessime notizie).
II-2.2.1.3
(Le pessime notizie)
La ragazza senza nome (identificata come Sullamita del Cantico de’ Cantici, la quale esegue una danza nuziale).
Cassandra (che appare ed esegue una danza nuziale).
II-2.2.1.4: B2.2
(La danza)
Adso (che si ricorda della fanciulla amata).
Andromaca (che si ricorda del suo amato Ettore).
II-2.2.1.5
(Il ricordo della persona amata)
Remigio (accusato da Bernardo Gui).
Elena (accusata da Menelao).
II-2.2.1.6
(Il processo)
Bernardo Gui (l’accusatore di Remigio).
Menelao (l’accusatore di Elena).
II-2.2.1.6: B1
( L’accusatore)
Malachia (che giace morto su un catafalco nella chiesa).
Astianatte (che giace morto sullo scudo di Ettore).
II-2.2.1.7
(I riti funebri per il principe caduto)
Nicola da Morimondo (che si rivolge in disperazione alle potenze occulte).
Ecuba (che si rivolge in disperazione alle potenze occulte).
II-2.2.1.8: B2
(La caduta in ginocchio e altri gesti di una persona vinta)

Da questo elenco concludiamo:

·  I personaggi della struttura NR-bis sono ben noti; alcuni di loro sono addirittura centrali per la trama del Nome della rosa, come Abbone, Jorge, Guglielmo, Adso e la ragazza senza nome.

·  Abbiamo già incontrato alcuni di loro nel definire la struttura omologa NR/DC: Adso, Guglielmo, Venanzio, Nicola da Morimondo, la ragazza senza nome e Malachia. Ma altri sono nuovi: Abbone, Jorge, Remigio e Bernardo Gui, i quali con la loro apparizione completano la lista dei personaggi compilata nel riassunto della Prima parte dello studio (I-2.3, sez. 3C).

·  Si vede che Guglielmo e Nicola della struttura NR-bis appaiono due volte, e Adso tre volte, ma ciò dipende in primo luogo dallo sviluppo della struttura TR che in qualità di struttura parallela condiziona parzialmente quello che accade nella struttura NR-bis. Del resto, non è una novità che l’autore del romanzo si sia permesso di giocare con le maschere: si ricordino per esempio le maschere della ragazza senza nome (donna accesa dall’amore – donna lasciva e seducente – meretrice – vergine innamorata – donna angelica – donna che rappresenta la divinità stessa). Cfr. nota 4 del capitolo citato sopra.

A parte i personaggi elencati, apparsi come dramatis personae (anche se morte o immaginate), ne abbiamo "incontrati" alcuni altri come:

Struttura NR-bis Struttura TR Riferimento
I giganti che avevano contribuito (con l’Edificio) alla costruzione dell’abbazia.
Apollo e Poseidone, che avevano contribuito (con almeno le mura) alla costruzione della città di Troia.
II-2.1: B3
(I costruttori dei territori)
San Tommaso (morto), portato da Abbone (in gioventù).
Ettore (morto), portato da Priamo.
II-2.1: B5.2
(Curatore del trasporto della salma di un perso-naggio famoso)
Salomone, il futuro sposo di Sullamita con la quale la ragazza senza nome viene identificata da Adso.
Agamennone, futuro sposo di Cassandra.
II-2.2.1.4: B1
(Qualità della sposa e dello sposo)
La ragazza senza nome, la persona amata in centro dei pensieri di Adso che passeggia solo sul pianoro il Quarto giorno.
Ettore, l’amato marito ricordato da Andromaca.
II-2.2.1.5: B1
(L’immagine della persona amata)

In base a questo breve elenco (che forse si potrebbe completare con altri nomi) non possiamo dire molto, se non che sarebbe stato interessante sapere come San Tommaso avrebbe commentato (in anticipo) i suoi legami intertestuali con Ettore.
   Continuiamo con il riassunto C, per il quale si raccomanda di avere sottomano le piante NR2 e TR3, ciò per meglio identificare gli elementi elencati.

C.  COSTRUZIONI
Elencate secondo la loro posizione nell’analisi.

Struttura NR-bis Struttura TR Riferimento
La porta maestra dell’abbazia.
La porta Dardania.
II-2.2.2.1, sez. B:1-2
(Le prime due operazioni per orientare le piante)
Il mulino (C1NR).
Casa 630 ("La bussola") (C1TR).
II-2.2.2.1, sez. B:3-4
(Per l’orienta-
mento orizzontale)
L’Edificio (C2NR).
Il tempio di Atena (C2TR).
II-2.2.2.1, sez. B:5-6
(Per l’indicazione dell’origine e l’orientamento verticale)
Tutta l’abbazia e la cinta muraria incluse le parti M1-3.
Tutta la città di Troia e la cinta muraria incluse le parti M1-3.
II-2.2.2.2
(Forma generale dei Territori e le rispet-
tive cinte murarie)
La fonte dentro i balnea.
La fonte in prossimità del capo orientale della parte murale M3.
II-2.2.2.2: B3.2
(La fonte vicino al muro)
La casa a forma di scarpone (vicino alla cinta muraria della parte sud-occidentale di NR2) (C3NR).
Casa VI M (C3TR).
II-2.2.2.3
(Lo "scarpone")
I granai (C4NR).
Casa VI A (C4TR).
II-2.2.2.4
(La casa con la grande apertura)
La chiesa (C5NR).
Casa II B (C5TR).
II-2.2.2.5
(La costruzione oblunga)
La sala capitolare (C6NR).
Casa II A (C6TR).
II-2.2.2.6
(La doppia casa)
Il dormitorio (C7NR).
Casa 102 (C7TR).
II-2.2.2.7
(La casa del sonno)
La casa del portinaio (C8NR).
"Pillar House" (C8TR).
II-2.2.2.8
(La casa delle due colonne)
L’ospedale, composto da tre unità (a-c) (C9NR).
Il complesso composto da tre unità (a-c): case VI E-G (C9TR).
II-2.2.2.9
(Il complesso triplice)
I balnea (vicino all’unità c dell’ospedale C9NR).
Casa VI C (accanto all’unità c del complesso C9TR).
II-2.2.2.9: B2
(Dimensioni della costruzione vicino all’unità C9c)

In base alle costruzioni dell’abbazia indicate sopra (struttura NR-bis) possiamo constatare che circa la metà delle costruzioni della pianta NR2 (inclusa la cinta muraria) figurano nella tabella, cioè hanno contribuito alla definizione della struttura omologa NR-bis/TR. A questa serie di costruzioni si aggiunge la fonte, che non si vede sulla pianta ma la cui posizione dentro ai balnea si ricava dal testo del romanzo.
   È chiaro che alcune di queste costruzioni sono centrali per la funzione dell’abbazia, in primo luogo la porta maestra, la chiesa e l’Edificio, ma anche la sala capitolare, l’ospedale, i balnea, il mulino, la casa del portinaio, nonché la cinta muraria. Possiamo per questo affermare che la maggior parte delle costruzioni con legami a TR3 sono di primo piano.
   Le costruzioni della pianta NR2 che (secondo la nostra analisi) non hanno tali legami sono:

–  le sei case (M-R) lungo la cinta muraria orientale
–  quattro case (S, U, V, Z) lungo la cinta meridionale
–  la casa I (a sud del dormitorio)
–  la costruzione F (tra la casa capitolare e il dormitorio)
Per la casa Z notiamo però che ha certe caratteristiche comuni al Sanctuary che sulla pianta TR3 si trova vicino alla cinta muraria meridionale, ma fuori di essa (II-2.2.2.1, nota 3). Essendo posteriore alla guerra troiana è stata esclusa come base per un elemento omologo (vedi sezione C dello stesso capitolo).
   La casa I rappresenta le latrine (cfr. Nome, p. 93), certamente una costruzione necessaria, ma non di quelle che si menzionano per prime.
   Tra le altre case non ce n’è nessuna (forse ad eccezione delle fucine, casa R) che sia della stessa dignità o necessità per es. della chiesa, dell’Edificio e del dormitorio. Per le case lungo la cinta muraria orientale sarebbe del resto stato difficile trovare costruzioni corrispondenti sulla pianta troiana.
   Se ora guardiamo la pianta TR3 è facile constatare che la maggioranza delle costruzioni che sono per così dire più vistose delle altre, hanno legami con altrettante costruzioni sulla pianta NR2, come le case VI A, VI M (lo "scarpone"), "Pillar House", le case VI E-G, II A e B, nonché la vecchissima casa 102. A queste costruzioni si aggiungono il tempio di Atena (costruzione romana ma usata nell’analisi per orientare la pianta TR3), la porta Dardania e la piccola ma importantissima casa 630, anch’esse usate per l’orientamento della pianta.
   Bisogna tuttavia concedere che ci sono numerose costruzioni troiane di vario tipo alle quali mancano legami (evidenti) con la pianta dell’abbazia.
   Tutto sommato, in base al confronto tra le piante NR2 e TR3 possiamo senza esitazione affermare che la correlazione topografica tra i due Territori è buona, sufficientemente buona per la creazione di una serie consistente di elementi omologhi topografici. Ma – dobbiamo sottolinearlo – non tanto buona che si possa dire che una pianta è una copia dell’altra. Infatti, per creare una struttura omologa non bisogna copiare ma focalizzare sulle parti caratteristiche e comuni delle due strutture d’origine in modo da creare, attraverso un processo di scelta e modificazione, una nuova struttura più semplificata e generale.
   Per la creazione effettiva della pianta NR2 abbiamo fatto un’ipotesi iniziale che il creatore della pianta sia prima partito da una versione manipolata della topografia di Troia (TR3), e abbia poi scelto le costruzioni e le loro fattezze che gli paressero più convenienti, e infine usato questi "pezzi" (un po’ alterati per forza, per gusto o per ingannare eventuali indagatori) per mettere insieme la pianta dell’abbazia, a cui abbia precedentemente applicato un sistema di orientamento uguale alla pianta TR3. Per la manipolazione della pianta originaria di Troia si deve aggiungere che essa si basa su due elementi cruciali: il rispecchiamento e l’invenzione del sistema di orientamento. Elementi che costituiscono la chiave per "entrare nella città" e nel campo delle corrispondenze topografiche.
   Anche se tale ipotesi nella sua linearità sembra semplice e ben comprensibile, si deve naturalmente ammettere che il lavoro effettivo di colui che ha creato la pianta probabilmente sia stato molto più complicato, e ciò perché nella creazione di un sistema complesso ogni nuova operazione ha la potenzialità di esigere una revisione delle operazioni già fatte.
   Infine il riassunto D:

D.  OGGETTI ED ALTRE COSE INANIMATE
Elencati secondo la loro posizione nell’analisi.

Struttura NR-bis Struttura TR Riferimento
La collina su cui si trovava l’abbazia.
La collina di Hissarlik.
II-2.1: B4
(Posizione dei territori)
Manoscritti preziosi tra cui la Poetica di Aristotele, portati dalla Spagna.
L’arco e le frecce di Ercole portati da Lemno.
II-2.1: B5.3.2.2
(Gli oggetti preziosi portati ai territori)
Il tesoro di Abbone.
Il "tesoro di Priamo".
II-2.1: B6
(Il grande tesoro sottoterra)
Il lume della ragazza senza nome.
Il lume di Cassandra che esce dalla tenda.
II-2.2.1.4: B2.3
(L’uso del fuoco come simbolo dell’amore)
Il catafalco su cui giace la salma di Malachia.
Lo scudo di Ettore su cui giace il corpo morto di Astianatte.
II-2.2.1.7: B3
(Il letto funebre)
Le grida di dolore.
Le grida di dolore.
II-2.2.1.8: B1
(Le grida di dolore)
Gli atroci belati delle pecore che passano (simbolo che la tragedia è finita).
"Appel de trompettes" (il segnale alle donne troiane che devono lasciare la distrutta Troia e andarsene alle navi per la partenza).
II-2.2.1.8: B3
(Il finale)

Degli oggetti di questo elenco non possiamo dire molto. È tuttavia soddisfacente aver potuto inserirvi oggetti di grande importanza o prestigio per tutte e due le strutture d’origine: la Poetica di Aristotele, forse l’oggetto più centrale del dramma dell’abbazia; il tesoro di Abbone a cui è stata dedicata gran parte di un intero sottocapitolo (Sesto giorno, prima: "Dove Nicola racconta tante cose, mentre si visita la cripta del tesoro"); l’arco e le frecce di Ercole; il "tesoro di Priamo"; lo scudo di Ettore; i suoni acuti "de trompettes" che si sentono alla fine della tragedia, momenti importanti carichi di significato.
   Per elenchi che comprendono in modo sintetico le liste analitiche di tutte e due le tracce percorse del presente lavoro, si consulti appendice 4 ("Elenchi analitici").

4.  Conclusioni generali sulla struttura omologa NR-bis/TR
Considerando ora da un punto di vista generale la struttura omologa NR-bis/TR nella forma in cui l’abbiamo definita qui, non ci pare esagerato affermare che è di una non trascurabile consistenza, e per questo riteniamo di aver portato a termine il primo obiettivo principale per la traccia della tragedia, quello indirizzato a definire una struttura omologa fra Il nome della rosa e Le Troiane rappresentati rispettivamente dalle strutture NR-bis e TR. Ma nello stesso tempo siamo convinti che sarà possibile completarla se non di altri elementi omologhi, almeno di nuovi punti degli elementi già definiti.
   Vogliamo anche ripetere, con qualche variazione, quello che abbiamo detto nella sezione 4 del riassunto dell’analisi che ha portato alla definizione della struttura NR/DC (I-2.3, sez. 4): "A partire dalla struttura omologa NR-bis/TR – che di per sé costituisce un sistema di fatti talvolta contingenti in confronto alle due strutture d’origine – potremo non solo ricostruire le strutture NR-bis e TR, ma anche costruire altre nuove strutture (ossia storie), che potranno essere più o meno complesse, a seconda delle nostre preferenze personali; diremmo anzi che in teoria sarebbe possibile creare ’novissime’ (ma distorte) versioni sia del Nome della rosa che delle Troiane. Il che, tuttavia, sarebbe un lavoro di Erostrato."
   L’analisi continua nel capitolo seguente (II-3).

Note

(1)  Nella struttura omologa NR-bis/TR non si vedono tracce specifiche delle trombe apocalittiche allo stesso modo della struttura NR/DC. (Nell’ambito della Seconda parte dell’analisi sarebbe per es. inutile cercare di legare in modo convincente i corpi morti di Venanzio e Malachia o l’ecpirosi alla serie delle sette trombe.)

(2)  Ricordiamo l’insegnamento di Aristotele: "il tutto è ciò che ha principio, mezzo e fine" (Aristotele, La Poetica, trad. di D. Pesce, Milano, 1981, p. 87).

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