I-2.2.5.9

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I-2.2.5.9.  ELEMENTO OMOLOGO NR/DC 14

La morte per terra

A.  OGGETTO DELL’ANALISI
Due scene in cui i rispettivi Discepoli stanno guardando per terra il corpo d’una persona colta da morte improvvisa. Definizione delle scene:
   Verso mezzodì del Quinto giorno, durante la sessione nella sala capitolare, Severino, l’erborista del convento, è trovato morto sul pavimento del suo laboratorio. Quelli che erano nella sala capitolare, fra gli altri Adso, vanno subito a vedere l’accaduto. Entrati che sono, vedono Severino giacere morto per terra, assassinato: "penetrammo nel laboratorio di Severino e qui una vista penosa si offrì ai nostri occhi. Lo sventurato erborista giaceva cadavere in un lago di sangue, con la testa spaccata" (Nome, p. 362). Di quest’episodio scegliamo la scena in cui Adso sta guardando per terra il cadavere di Severino.
   La morte di Severino rappresenta nella struttura NR la quarta tromba apocalittica (digressione XVI).
   La scena corrispondente della struttura DC è quella in cui Dante, arrivato alle sculture sul suolo del primo girone del Purgatorio, sta guardando l’immagine di Briareo, il gigante dalle cento braccia, che fu punito con la morte da Giove per la sua smoderata superbia:

Io m’era mosso, e seguìa volentieri / del mio maestro i passi ... ed el mi disse: "Volgi li occhi in giùe: / buon ti sarà, per tranquillar la via, / veder lo letto delle piante tue". / Come, perché di lor memoria sia, / sovra i sepolti le tombe terragne / portan segnato quel ch’elli eran pria ... sì vid’io lì, ma di miglior sembianza / secondo l’artificio, figurato / quanto per di fuor del monte avanza. ... Vedea Brïareo, fitto dal telo / celestïal, giacer dall’altra parte, / grave alla terra per lo mortal gelo. (Purg., XII, 10-30)
Per il morto Briareo dobbiamo tuttavia precisare che ciò che Dante vede in questa scena, non è la vera persona di Briareo, bensì un’immagine pietrificata del morto gigante. Il vero Briareo, per così dire "in forma e spirito", si trova invece nell’Inferno, ossia nel pozzo dei giganti (Inf., XXXI, 97-105).

B.  ANALISI COMPARATIVA
Giorno e ora delle scene (B1) – Modo in cui sono state uccise le persone (B2) – Definizione dell’elemento omologo NR/DC 14 (C).

B1.  GIORNO E ORA DELLE SCENE
La scena NR è descritta nel cap. "Quinto giorno, sesta"; avviene cioè nel Quinto giorno. Quanto all’ora della scena, sembra che corrisponda più o meno a "verso mezzogiorno". Infatti, quando fu scoperto il cadavere di Severino, poco mancava all’ora del pasto del mezzodì: "Poi [Bernardo] annunciò che subito dopo il pasto [della sesta] si sarebbe riunito nel capitolo un primo tribunale" (Nome, p. 364). E dato che tutta la scena è inserita nel capitolo della sesta, non ci pare incauto collocare la scena NR appunto verso mezzogiorno.
   Per il giorno della scena DC: tutto l’episodio con la scena attuale è riferito nel canto XII del Purgatorio; ha quindi luogo nel Quinto giorno del cammino di Dante.
   Per l’ora della scena ricordiamo ciò che Virgilio dice quando è tempo di continuare il cammino, dopo la contemplazione delle sculture sul suolo: "Drizza la testa; / non è più tempo da gir sì sospeso. / Vedi colà un angel che s’appresta / per venir verso noi; vedi che torna / dal servigio del dì l’ancella sesta" (XII, 77-81). Qui l’ancella sesta sta a indicare la sesta ora del giorno; e quando quest’ancella ritorna dal suo servizio su nel mondo, è dunque verso mezzogiorno ("that midday is just past" (Vernon-Purg., I, p. 431).)

·  Le scene hanno luogo verso mezzodì del Quinto giorno.

B2.  MODO IN CUI SONO STATE UCCISE LE PERSONE
Del modo in cui è morto Severino Adso ci informa: "Accanto al corpo stava una sfera armillare, grande almeno due volte il capo di un uomo" (Nome, p. 362); "L’elegante architettura di cerchi di rame e d’argento ... era stata vibrata con forza sul cranio della vittima" (p. 363). Ora, la sfera armillare è uno strumento per raffigurare il cielo con i suoi cerchi principali: è cioè una sorta di strumento celestiale. Se poi tale strumento viene usato come un’arma, diviene un’arma che potremmo chiamare arma celeste. E in questo caso la sfera armillare fu davvero impiegata quale arma. Concludiamo pertanto che Severino fu ucciso con un’arma celeste.
   Anche Briareo è stato ucciso con un’arma celeste. Sappiamo infatti dalla mitologia che lui, il gigante superbo, fu ucciso dalla folgore di Giove. Ma anche le parole di Dante stesso, quando descrive ciò che vede sul suolo, sono illustrative: "[Io] Vedea Brïareo, fitto dal telo / celestïal, giacer dall’altra parte, / grave alla terra per lo mortal gelo" (Purg., XII, 28-30).

·  Ambedue le persone sono state uccise con un’arma celeste.

C.  DEFINIZIONE DELL’ELEMENTO OMOLOGO NR/DC 14
Verso mezzodì del Quinto giorno il Discepolo sta guardando una persona che giace morta per terra. Questa persona è stata uccisa con un’arma celeste.

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